Inizialmente il libro sarà disponibile esclusivamente sul sito e a seguire in tutti gli store digitali e librerie nazionali.
“RESTA QUI. L’ITALIA DI MINO REITANO”.
“Resta qui. L’Italia di Mino Reitano”, edito da Dino Vitola editore e scritto da Davide Beltrano IlFolle, è un libro che racconta l’arte di Mino Reitano in modo originale e alternativo. La carriera di Mino viene ripercorsa attraverso le sue canzoni, le sue parole e la sua incredibile voglia di comunicare.
Il volume inizia con la partenza di un giovane calabrese che lascia la propria Terra per cercare fortuna altrove, dopodiché entra in gioco la musica di Mino che in questo caso diventa sinonimo di speranza. All’interno del libro trovano spazio la sua biografia completa e le testimonianze inedite dei familiari, dei suoi amici, e di tutti coloro che hanno voluto tanto bene all’uomo Mino prima ancora che all’artista.
Nel volume dedicato al cantante calabrese, anche delle emozionanti “Lettere dal cielo” che vengono dedicate da Mino alla sua famiglia, una sorta di momento intimo e carico di ricordi.
Allegato al libro, il cd singolo del debutto discografico di Grazia Reitano (figlia di Mino), con il brano “Resta qui”, in due versioni audio inedite e un videoclip del brano a cura di Davide Reitano.
Un libro originale, particolare ed emozionante che eleva la musica di Mino ad arte pura.
Il "TalentFest", il Festival dei giovani talenti, la cui finale nelle ultime edizioni è andata in onda in prima serata su RAIUNO.
"TalentFest", il Festival dei giovani talenti, by Dino Vitola, ritorna quest'anno per dare la possibilità di premiare, come già nelle passate edizioni, il talento canoro, addirittura quest'anno, "TalentFest", il Festival dei giovani talenti, 2016, ha abbinato le semifinali per la scelta dei finalisti al network "MilleVoci", in onda nelle televisioni di tutta Italia,
"TalentFest", su Mille Voci, è un'occasione per i giovani talenti unica in Italia perché non solo dá la possibilità a tutti e ripetiamo, a tutti, di fare un'audizione gratuita, ma dá la possibilità, se passata l'audizione, di partecipare alle semifinali con un proprio brano. Per coloro che non hanno un proprio brano ci sarà un team di affermati autori per creare la canzone per il giovane talento semifinalista.
Quindi un laboratorio musicale creativo, una fabbrica canora, un Festival unico in Italia!
Ma come fare per partecipare?
Basterà inviare i vostri dati alla nostra email talentfest2016@gmail.com
e sarete chiamati per essere invitati per un'audizione gratuita.
Quindi non aspettare, invia al più presto i tuoi dati su talentfest2016@gmail.com perché le audizioni saranno a numero chiuso
Questa guerra ha delle ragioni storiche ben precise!! Bisogna imparare la storia degli ultimi anni prima.
Allora, tutto nasce dall'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti con la successiva uccisione poi di Saddam Hussein, da lì nasce l'Isis come risposta a quell'invasione americana. Da lì la guerra contro l'Occidente ma non tutto l'Occidente, ma solo quello americanizzato, difatti nazioni come Norvegia, Svizzera, Danimarca, non vengono minacciate perché non filo-americane, questo ci fa capire che la guerra fra ideologie è venuta dopo!
Quindi questa guerra ha radici storiche ben precise!
Poi se vogliamo trovare la ragione del conflitto, ancora prima dell'undici settembre, fra Occidente e Oriente, possiamo trovarle nella creazione dello Stato d'Israele nel 1948 (uno Stato per gli ebrei dispersi dopo l'Olocausto), uno stato Occidentale filo americano nel territorio arabo; prima di quella data non esisteva questo conflitto.
Da lì la promessa agli arabi di costruire una grande nazione araba, una nazione mai costruita naturalmente. Da quel momento in poi gli americani si assicurarono le vie d'evaquazione per il petrolio mascherando tutto con il loro gesto "gentile" verso gli ebrei!!!
Poi per tutto il resto si può discutere, ma le ragioni delle guerra sono ben definite. La Storia non si cambia!!!
Parlo prettamente da storico, poi ognuno ha le sue idee eh!
Poi si parla di Dio?!?! Chi è?!? Quello che i crociati cristiani inneggiavano per uccidere i musulmani, o quello dei terroristi di ieri?!?! Dio?? Ma chi cazzo è... Io credo sia solo il tempo, il resto sono solo follie.
Senza religioni e quei bravi americani... avremmo avuto l'80% in meno delle guerre, questa è la verita!!
Paghiamo ancora i debiti del Piano Marshall e una scelta che ha influenzato tutta la nostra storia... e sarà così... per sempre! Siamo in una guerra, senza sapere perché!!!
E arrivò l'americano in Oriente a mangiare nel piatto sbagliato. Poi disse che era per altruismo mentre con l'altra mano rubava tutto. Poi i morti, le minacce, innocenti uccisi da porci uomini con una loro guerra santa frutto della follia. E l'americano ando così in tivù a inneggiare alla resistenza, l'americano nascondeva la vera causa di una guerra infame e che colpisce gli innocenti. Ma la sua magia riuscì: tutti facilmente puntarono il dito sugli immigrati mentre ancora una volta, l'americano e la sua bella patria... ne uscirano indenni!
Un viaggio introspettivo nella paure più nascoste del Cavaliere Oscuro. Un modo del tutto originale di narrare una storia legata al mondo di Batman. Un thriller psicologico che mette a dura prova la moralità del Crociato incappucciato. Una visione più matura dell’universo Batman. Un capolavoro di scrittura e di inventiva artistica: l’apoteosi del fumetto.
RECENSIONE
Ci sono dei fumetti che oltrepassano lo steccato razionale della narrazione super-eroistica, e arrivano a disegnare un capolavoro di scrittura che guarda altrove: all’introspettività dell’io del protagonista in questo caso di Batman.
“Arkham Asylum, una seria casa su un serio suolo”, è un thriller psicologico, un modo più maturo nell’approcciarsi al mondo del Cavaliere oscuro.
La storia vede Batman esser teso in una trappola dal Joker. Il manicomio di Arkham è in rivolta. Il Cavaliere oscuro arriva in questo modo a sedare ogni ribellione e a mettere le cose a posto nel manicomio, con tanto di benedizione da parte di James Gordon che accetta la scelta di Batman di andare da solo nel manicomio. “E’ me che vogliono” dice proprio il Cavaliere oscuro al commissario.
Fin qui tutto ordinario, ma l’entrata nel manicomio, questa volta, è un viaggio dentro le paure e le paranoie più profonde di Batman. In fin dei conti questo libro-fumetto è un viaggio nella psiche del Crociato incappucciato; è pensato per questo!
In questa parte iniziale esemplare è la “toccata” del Joker sul fondo schiena di Batman. Badate bene, non è solo un momento fumettistico di evasione, anzi. Qui il Joker gioca proprio con la lucidità mentale e morale del suo antagonista: lo mette in imbarazzo, cerca di smontare quell’alone di precisa serietà nella quale è immerso il crociato incappucciato. Poi la storia va avanti e Batman entrando in ogni “stanza”, incontra ogni volta un personaggio diverso che provoca la sua mente.
Il più importante tra tutti è Harvey Dent. Ossessionato dal suo numero due, viene completamente stravolto dai medici del manicomio, i quali, hanno pensato per lui un modo del tutto nuovo per farlo approcciare alla realtà. Gli danno prima dei dadi con cui giocare, poi un mazzo di tarocchi! In questo modo Harvey cambia il suo modo dualista di vedere le cose, ma perde ogni certezza: ora gli risulta difficile anche decidere se andare in bagno o meno. Il cambiamento di Harvey è un’idea geniale partorita da Morrison, una trovata unica e inedita.
Questo è un fumetto, anzi, un libro vero e proprio, che non va spiegato, recensito in ogni particolare, ma vissuto in ogni pagina. E’ il capolavoro di Grant Morrison. Le atmosfere sono cupe, psichedeliche anche nella scrittura e nei disegni. Infatti, il disegnatore Dave McKean, usa una sorta di stile impressionista. Certo, bisogna perderci un po’ di tempo nella lettura, scrutare ogni cambiamento di carattere. Proprio essa, è la chiave di volta di questo fumetto. La scrittura nelle parole di Batman è più decifrabile, mentre quella dei pazienti del manicomio è quasi incomprensibile, proprio a voler simboleggiare due modi differenti di concepire la realtà!
Un manicomio che è sempre di più un riflesso di Batman, una creazione reale proveniente dalla sua lotta contro il crimine. Forse per la prima volta nella storia dei fumetti, un eroe rischia di cadere psicologicamente, ma la moralità di Batman, anche se in bilico, rimane alla fine intatta alle trappole dei vari villain.
I suoi valori puri, la sua voglia di giustizia, hanno portato alla creazione di una struttura che risulta essere un covo di persone malvagie che si annidano poi negli anfratti più nascosti del proprio io.
Non è un fumetto come gli altri, alcuni potrebbero addirittura odiarlo per la sua visione alternativa, ma è un capolavoro di inventiva prima di tutto. Ognuno si immedesimerà nel Cavaliere oscuro; ognuno penserà al proprio viaggio introspettivo; alle proprie paure, paranoie! Ognuno penserà a conoscere sempre di più il proprio io, represso e alla mercé della routine quotidiana.
E’ un libro da far leggere a tutti: qui non importa se sei fan del Cavaliere oscuro o se non hai mia letto niente su di lui; qui importa capire il percorso interiore; la propria lotta contro i demoni che percorrono la propria testa; conoscere più a fondo le bestie che sono in noi.
Batman, ancora una volta, risulta essere qualcosa di più di un semplice fumetto, ma forse, in questo caso, la spensieratezza tipica delle storie sui super-eroi, lascia spazio ad una scrittura più impegnata, e forse in questo modo, ad una scrittura più dura da digerire e da accettare per un lettore abituale di fumetti!
Lo J5 di Samsung è uno di quei telefoni che va oltre le caratteristiche che porta in dote.
Infatti j5 potrebbe sottostare anche ad un s4 nelle caratteristiche complessive ma nella realtà quotidiana non è affatto così, anzi.
J5 è fluido, veloce, molto reattivo anche con carichi di lavoro importanti. Questo grazie ad un sistema che Samsung è riuscita a migliorare sensibilmente e grazie ad un Lollipop 5.1.1 che non lascia quasi traccia ad impuntamenti o lag di alcun soorta.
Il browser è affidabile, il solito sistema che non dà problemi e che viaggia bene su qualsiasi di sito in versione mobile. La fotocamera posteriore ha un gran dettaglio soprattutto in condizioni di luce diurna mentre l’anteriore ha un flash led che potrebbe essere la vera sorpresa del device.
Il display non è ai livelli di un full hd ma poco ci manca grazie ad una buona resa nei colori del suoer amoled, e il tutto viene completato da una batteria ad ampia durata che arriva a fine giornata con un uso anche intenso.
La memoria di 8 gb è un piccolo problema ma con sd aggiuntiva il problema viene arginato mentre altri due piccole mancanze, che però risparmiano tanta batteria, sono i tasti retroilluminati e a vibrazione. Infatti Samsung ha cercato di contenere il prezzo con queste mancanze strutturali, compreso il lettore musicale di sistema, lo fa perché se il device avesse avuto questi elementi mancanti sarebbe potuto costare anche 400 euro come prezzo iniziale, un po’ come l’A5, che a conti fatti costa di più coprendo solo queste piccole mancanze hardware sopra citate.
J5 quindi è una sorpresa, anche nell'estetica, arrotondato e molto compatto: un telefono al quale non manca nulla e che viene venduto a prezzo molto basso, ormai sotto i 200.
Anni fa a questo prezzo Samsung vendeva device pieni di lag mentre adesso sorprende per la sua solidità strutturale e la velocità totale del device.
Finalmente un applauso a mamma Samsung, J5 promosso!!
Il “Canto di Natale” di Charles Dickens, diventa il centro ispiratore di un’opera diversa dalle solite nella quale, l’universo batmaniano, tende ad una sua evoluzione naturale. La figura del Cavaliere Oscuro, senza essere stravolta, viene posta all’interno di un processo naturale di cambiamento, che rende l’intera storia una piacevole sorpresa. Il tutto, corredato da disegni che da soli, valgono l’intero prezzo di copertina.
RECENSIONE
La storia s’ispira all’opera “Canto di Natale” di Charles Dickens.
Già questo particolare potrebbe far avvicinare il lettore con una sorta di timore reverenziale. Potrebbe sembrare, in questo modo, un’operazione commerciale nuda e cruda, ma il volume, nasconde delle grandi e imprevedibili sorprese.
Scrooge, l’uomo burbero, odiato da tutti, qui viene rappresentato da Batman. Naturalmente, per chi conosce la vera storia, sa benissimo che il protagonista avrà una completa analisi dell’io che cambierà alla fine di un trasformazione incredibile. Stessa cosa, quindi, succede in questo fumetto a Batman.
Esso naviga all’interno di tre componenti differenti, tre persone che segnano e hanno segnato la vita del Cavaliere Oscuro. Catwoman, con la quale un rapporto sereno e fiducioso è solo un sogno tanto desiderato. Superman, colui che rappresenta la giustizia statale, l’altra faccia della stessa medaglia. E poi il Joker, l’eterno rivale.
In una visione illusoria, Batman capisce cosa accadrebbe se il suo brutto carattere continuasse a mietere vittime e nemici. C’è qualcosa di più del buono e cattivo, qualcosa che va oltre.
La parte finale, immersa nello scontro fra Batman e Joker (a proposito, ma un bell’Enigmista non rendeva il tutto più unico?), cambia radicalmente tutto e ridona al Cavaliere Oscuro un modo differente di vedere la vita.
Un simbolo di giustizia; un simbolo, come un esempio da seguire… oltre i tempi e la maschera; un simbolo… per continuare a sperare in un futuro migliore.
L’autore, Lee Bermejo, dona ai lettori un racconto ispirato alla storia di Dickens, ma che ha in sé, vari riadattamenti che l’universo batmaniano necessita. Il tutto è piacevolmente sorprendente.
Il ritmo è alto: la narrazione, le atmosfere, i dialoghi, colpiscono nel segno.
I disegni, poi, sono il vero capolavoro! Uno dei migliori fumetti disegnati di sempre. Eccezionale sono i colori, i profili dei personaggi, i luoghi disegnati. Ogni personaggio ha un suo perché, ed è da poster in camera le due pagine legate tra loro con tutti i vari villain in evidenza.
Un fumetto che sembrava essere una storia qualunque e invece, risulta essere una delle storie più sorprendenti degli ultimi tempi. A volte osare fa rima con giocare, e Lee Bermejo fa proprio questo: gioca con un classico della narrativa mondiale, donando una nuova chiave di letture del supereroe Batman.
E' stato un concerto-evento, una botta di energia e adrenalina pura. Un Max che si conferma ad alti livelli, con una voce perfetta, senza la minima sbavatura, anche nei pezzi finali dove la stanchezza poteva farsi sentire e soprattutto, una scaletta che proprio come un'onda ha travolto tutti i presenti.
Anche i pezzi nuovi: "Comme Bonny e Clayde" e "Fallo tu" per esempio, non hanno certo sfigurato ma hanno lasciato intendere al pubblico il max che verrà e quello di oggi, una giusta prosecuzione del Max di ieri, quello degli 883.
Infatti c'è una sorta di dolce coerenza musicale che spinge il nostro Max ad essere sempre lo stesso pur non cambiando, e questo concerto, anzi, questo tour ce lo fa capire bene. Non si è fermato solo ai grandi classici campando di rendita, ma ha rischiato sulla sua pelle proponendo nuove canzoni, nuove sonorità, pur rimanendo sempre legato al passato. E' la grandezza della sua storia che inserisce Pezzali fra i più grandi del panorama musicale italiano.
Raccontando la provincia ne ha mostrato gli stereotipi, i pregiudizi, ha raccontato e racconta un mondo che vive ai margini... del grande progresso. E ieri c'erano proprio tutti: nostalgici degli anni '90, quelli del 2000, e tanti giovanissimi affezzionati più a Max Pezzali che agli 883. Un pubblico variegato, un mix fra fedelissimi e new entry.
Eboli è stata calda, a tratti euforica, una tappa che son sicuro Max ricorderà a lungo.
Per quanto mi riguarda sono estremamente felice di poter a breve concludere il libro sugli 883, perché per me non è solo raccontare un gruppo, ma è come raccontare la mia adolescenza! Sarà la prima parte in quanto ci sono tante altre cose da dire sul percorso del nostro Pezzali, ma intanto, concentriamo sulle origini del mito... Il 2016, sarà un altro anno fondamentale!!
Intanto il tour continua, e potremmo proprio dire: viene ora il bello!!
Una piccola classifica per scoprire le 7 canzoni più rock di
Fabrizio Moro, non le più belle, ma quelle che hanno una costruzione puramente
rock dall'inizio alla fine. Naturalmente il criterio è personale e opinabile in
total modo. Una piccola classifica per iniziare un nuovo discorso su Fabrizio.
Ecco a voi le 7 meraviglie più rock della discografia Moropatica.
-Canzoni in versione studio-.
7-Everybody: Basso in apertura che evidenzia la venatura rock. Poi chitarre e batterie potenti nell'album più rock di sempre: "Ognuno ha quel che di merita"!
6-Banale spiegazione: un pezzo straordinario, molto tirato grazie ad un rock che non lascia spazio a venature pop. Batteria in primo piano sorretta da chitarre distorte che rendono il pezzo più accattivante.
5-Desiderare: entriamo nella top 5. Una partenza soft ma già importante con un arrangiamento rock in evidenza. Poi l'esplosione, le chitarre in azione e un martellamento senza tregua. Un pezzo monumentale.
4-Non importa (bonus track): arrangiamento martellante, adrenalinico, molto rock ed energico. Forse si perde leggermente nell'inciso ma la costruzione armonica è per la maggior parte puramente in stile rock. Gran pezzo.
3-Lisa: e ve l'aspettavate sul podio?? Non stiamo parlando della canzone più bella, ma di quella che ha sonorità più rock, e Lisa, rappresenta l'essenza del rock nostrano. Una canzone costruita tutta su un arrangiamento puramente in stile rock: chitarra, basso e batteria. Trascinante, potente e con ritornello da stadio. Sonorità in pieno stile rock quindi, dall'inizio alla fine senza tentennamenti.
2- Gastrite: si arriva al secondo posto, ed è una una delle canzoni più spietate. Atmosfere ironiche nelle strofe per poi sferrare il colpo rock nell'inciso. Sonorità quasi punk e batteria invadente a dettare il passo di questo pezzo imponente.
1-Svegliati: intro elettro-rock che poi esplode in un inciso dove la fa da padrone il trionfo delle chitarre. Poi ritmo nuovamente basso per poi riesplodere con più veemenza. Pezzo rock potente, quello più duro di sempre, quello più rock!!
Dopo gli album più rock di Vasco, ecco i 15 assoli di chitarra elettrica più belli contenuti nelle canzoni del Blasco. Naturalmente come al solito la classifica è difficile e il gusto personale è l'unico criterio che ho seguito. Non parliamo delle canzoni più rock, attenzione, ma solo di quelle con gli assoli più belli, tra cui, appunto, tante ballate. Gli assoli riguardano le canzoni registrate in studio, quindi sono esclusi i live, anche perché a volte vengono modificati o aggiunti.
Aspetto anche le vostre classifiche nei commenti, e ricordate, Vasco è il re degli assoli, il re assoluto!!!!
15- Le cose che non dici: assolo finale molto tecnico e contorto. Un assolo sottovalutato forse perché all'interno di una canzone poco conosciuta.
14- Ho bisogno di te: assolo centrale diretto e abbastanza potente. L'assolo spezza la canzone in due ed è un tocco geniale per separare la linearità del testo.
13- Mi si escludeva: assolo finale tirato e in linea con la canzone molto dura nel testo. E' il rock a farla da padrone.
12- Dimentichiamoci questa città: assolo in stile anni '80 preceduto da un tripudio di suoni molto duri. Assolo centrale molto penetrante.
11- Gioca con me: altro assolo centrale, questa volta ancora più potente e veloce. Slash alla chitarra è un lusso e in questa esibizione lo dimostra senza mezzi termini.
10- Siamo solo noi: assolo finale che rappresenta un'epoca. Sono le sonorità che hanno fatto famoso Vasco nel mondo del rock mondiale. Basta una piccola nota di questo assolo per scatenare il putiferio. Lo stile è inconfondibile.
9- Vivere non è facile: assolo nella seconda parte del pezzo quasi liberatorio. Le note vanno avanti mentre la mente sogna una vita diversa, un 'mondo migliore' (e a proposito magair in futuro ci sarà un assolo riferito a queste due parole?), è la magia di quest'assolo in pieno stile americano.
8- Qui si fa la storia: altro assolo in stile americano, questa volta creato da Stef Burns. Molto tecnico, con un suono compatto e hard rock. Siamo dinanzi ad una vera perla.
7- Un gran bel film: arriva ancora una volta nell'intermezzo uno degli assoli più prepotenti della discografia vaschiana. Arriva dritto al cuore, una vera e propria valanga rock che si abbatte sull'ascoltatore. Perfetto, stiloso, iconografico!
6- Lo vedi: è forse uno degli assoli più brevi, ma è sicuramente uno, se non il più potente di tutti. Siamo sull'heavy metal, e infatti le sonorità sono uniche, originali, direi quasi spietate. Cazzo che assolo!
5- C'è chi dice no: l'assolo delle determinazione, quello della perfezione stilistica di Solieri. Un assolo che, come per 'Siamo solo noi', segna un'epoca e rimane leggenda nella storia del rock mondiale. Perla senza tempo!
4- Vivere: e arrivano i brividi! L'assolo di 'Vivere' è il tassello che chiude un pezzo monumentale. Assolo quasi ispirato ai Guns N' Roses, con una sonorità che esplode proprio nel momento perfetto e che segna un nuovo inizio nella canzone leggera italiana.
3- Il mondo che vorrei: assolo energico, adrenalinico, lungo e contorto. La perla degli anni '00, una power ballad con l'assolo della gloria fatto da Michael Landau, sì, l'assolo della liberazione. Una botta rock paurosa, determinata... vascolizzata. Chapeau!!!
2- Albachiara: l'assolo più conosciuto di tutti: quello della chiusura dei concerti ma non solo. L'assolo di Solieri, di quel lungo giro di chitarra inedito per quegl'anni e che ha fatto scuola a tanti ragazzi che hanno iniziato a suonare la chitarra elettrica. Siamo sui livelli più alti, siamo nella Storia vera e propria della musica rock mondiale!
1- Gli Angeli: e siamo al top dei top, alla perfezione, all'assolo più bello di tutti. C'è difficoltà ritmica nell'eseguirlo, spessore compositivo, il tutto viene suggellato dalla bravura di 'Landau', non uno qualunque. Vasco trova la degna chiusura di un pezzo intimo, commovente... fra i più belli di sempre. L'assolo è lunghissimo, evasivo, la ciambella col buco che chiude questa classifica stupenda!!
'Batman eternal' é una di quelle saghe che ti tiene incollato al fumetto fino all'ultima tavola.
C'è un continuo susseguirsi di colpi di scena, di azione, di storie che lasciano il posto a vendette personali. Snyder dimostra che se coadiuvato da altri grandi artisti come Tynion IV, può riuscire a scrivere pagine importanti della storia batmaniana.
E Batman Eternal è una saga che farà la storia, la farà perché il livello di coinvolgimento e di scorrevolezza dell'impianto narrativo è molto alto, anche quando si fondono insieme più questioni, più racconti individuali che vanno a fare da corredo alla trama principale.
Ed è così che anche Hush cade nel suo ego criminale, troppo preso dai suoi progetti per accorgersi dell'ira nascosta del commissario Bard contro Batman. Quest'ultimo regge ma con l'aiuto della sua bat-famiglia, chr mai come ora è così unita a sostenerlo.
E nonostante tutto, la netta sensazione di trovarsi dinanzi all'ennesimo colpo di scena, dinanzi ad una nuova prospettiva narrativa. 'Il Cavaliere Oscuro' diventa un mensile fondamentale anche e soprattutto grazie ad Eternal che sta tirando fuori il meglio o il peggio di Gotham; una Gotham che ferisce anche i suoi presunti eroi: c'è, infatti, una confusione tremenda fra giusti e sbagliati, fra eroi e impostori. A Gotham regna il caos più terribile, l'anarchia completa a servizio dei più grandi criminali di sempre.
E poi quei disegni di Fabok nella prima parte del fumetto, che rendono questi episodi di Eternal ancora più unici e interessanti.
Si va avanti in questo modo allora, facendo leva su questo impianto narrativo che regge alla grande e sperando che il livello fumettistico, e quindi, anche e soprattutto il livello dei dialoghi, rimanga su queste vette che attualmente sono davvero una manna dal cielo... di Gotham.
Archie Goodwin e Scott Hampton, ci portano all’interno di una realtà delicata come quella sugli abusi sui minori. Con drammatica delicatezza, i due autori pongono l’universo di Batman, all’interno di un thriller con risvolti psichici dolorosi anche per il Cavaliere Oscuro, qui in completa difficoltà nelle sue decisive decisioni. Un fumetto che volge il suo sguardo altrove, rappresentando così, il riflesso terrificante di una realtà, che tante volte, non vogliamo vedere
LE IMPRESSIONI
È un fumetto dedicato ai bambini ma non per bambini.
Loro devono leggere per divertirsi, per evadere da questa realtà opprimente e schifosa che, in alcuni suoi tratti, si manifesta. Batman urla nella notte, pone il faro sul mondo delle violenze sui minori. È un fumetto che non pone Batman come eroe principale; qui non esiste la solita scalata per erigere Batman a super eroe consacrato. In questo fumetto, si attacca addosso al lettore, il dolore di una realtà contemporanea cosi pesante.
Gordon e il Cavaliere Oscuro sono alle prese con casi di violenze sui minori. Urla di bambini nella notte che vengono privati di un’infanzia spensierata. Bambini già grandi; piccole creature alle prese con mostri dalle barbe grandi.
È anche un viaggio nei centri di riabilitazione per bambini vittime di abusi.
La storia degli eventi passa quasi in secondo piano dinanzi a questa tematica, mai nessuno prima era riuscito a raccontare qualcosa del genere in un fumetto. Archie Goodwin, rischia con questa delicata operazione, ma è un rischio maturo, mai fuori le righe e che pone il fumetto ad un riflesso esatto della realtà.
I personaggi vengono presentati con tutto il loro carico di desolazione disperata, e anche Batman si ritrova in difficoltà, alla fine, nel punire la persona che uccide chi abusa sui minori. Perché Batman non riesce a decidere, lui non sa se sia giusto o meno, punire chi fa giustizia, anche se a suo modo. Forse questa storia è troppo anche per Batman, che mostra qui tutte le sue fragilità psichiche.
Cosi si urla nella notte, ci si sfoga perché alla fine siamo uomini soli, uomini che tante volte spaventano e lacerano il cuore di piccole perle umane.
I disegni sono un capolavoro di pittura di Scott Hampton. Sono disegni adatti per la storia dura di questo fumetto.
Batman urla nella notte, cambia nuovamente le regole del buon fumetto, e forse qualcuno storcerà il naso per questa operazione narrativa, ma non noi: perché se i supereroi sono lo specchio del nostro io più coraggioso, anche le storie che ne derivano da esse sono lo specchio di una realtà, che tante volte, nascondiamo per paura.
Fra gli album più rock ho scelto non tanto le canzoni che qualitavamente sono le migliori, ma più che altro ho fatto riferimento alla quantità. Una classifica quindi per comprendere meglio quali siano i lavori più ispirati dal rock, dalle chitarre distorte e da bassi e batterie sempre più potenti. Naturalmente, sono solo opinioni personali!!!
5- Il quinto posto è un ex aequo fra "C'è chi dice no" e "Sono innocente". Il primo perché ha continuato a portare avanti quelle sonorità tipicamente rock degli anni '80, con perle rock come "C'è chi dice no" e "Lunedì", ma nonostante tutto non è stato un cambiamento rock degno di nota, anche perché 'C'è chi dice no' è uno degli album più variegati e forse per questo il più bello di sempre.
L'altro album è "Sono innocente", quest'ultimo meriterebbe una menzione d'onore a parte in quanto rivoluziona compeltamente il rock di Vasco elevandolo ad un livello successivo: "Hard rock" oppure "Heavy oriented" come 'qualcuno' ha chiamato. Ci sono canzoni potenti con sonorità quasi metal, come in "Sono innocente" ma soprattutto in "Lo vedi" e "Duro incontro"; seguono poi altri pop-rock tutti strutturati con giri di chitarre uniche nel loro genere.
4- "Il mondo che vorrei": per qualcuno potrebbe essere una sorpresa, ma qui c'è da abbattere il pregiudizio più grande che la musica di Vasco si porta dietro, e cioè la bassa qualità delle nuove produzioni. Eh no, perché non possiamo certamente tirarci indietro nell'affermare che questo album sia tra i più rock di sempre, un rock pulito, americano, meno puro ma più duro. "Gioca con me"; "Dimmelo te"; "Cosa importa a me"; "Qui si fa la storia"; "Non sopporto", e poi ballate come "Il mondo che vorrei" che fanno dell'assolo finale una chiusura rock perfetta.
Gli altri pezzi dell'album sono molto pop, ma quando in un album vengono sfornate sonorità del genere come in "Gioca con me" (parlo di musica qui non testo), non si può non metterlo in una classifica rock come questa.
Stiamo facendo la classifica degli album più rock, non più belli!
3- "Liberi... liberi": solo terzo?? Già, già, l'unico difetto che possiamo reputargli è il fatto che tutte le canzoni rock siano nella prima parte, se si fa eccezione per "Stasera". L'album però è devastante, con sonorità potentissime e testi sempre perfetti. Basta ascoltare "Domenica lunatica"; "Ormai è tardi"; "Muoviti" e "Vivere senza te". Colossi del rock made in Italy, canzoni ormai rimaste e impresse nella memoria di ogni amante di questo genere.
2- "Gli spari sopra": eh già, qua siamo dinanzi all'opera rock quasi perfetta. Certo, c'è qualche scivolone abbastanza pop del tipo "Hai ragione tu" oppure "Occhi blu", ma per il resto anche nelle ballate l'impronta rock è evidente. Su tutte spiccano naturalmente "Lo show"; "Gli spari sopra"; "Non appari mai"; "Delusa"; "Vuoi star ferma". Alcuni sono rock quasi incompleti nel testo, come in "Vuoi star ferma", altre volte, come nel caso di "Non appari mai", sono perle storiche, epocali, che rimarranno nel tempo e che sono già Storia.
1- "Siamo solo noi": il primo posto è tutto suo! Il perché è spiegato in poche parole: 'Siamo solo noi' è il primo vero album completo in Italia in stile puramente rock, un rock mai sentito prima così forte nella nostra nazione: solo Ivan Graziani ed Edoardo Bennato avevano fatto ascoltare qualcosa di simile, ma di certo non con la stessa intensità, la stessa variegazione nella composizione delle musiche e nei testi, che "risuonano" oggi, più forti che mai.
E allora si viaggia sulle note dell'inno generazionale, del capolavoro più grande: "Siamo solo noi"; nella provocazione di "Ieri ho sgozzato mio figlio"; nel reggae-rock di "Voglia andare al mare"; nella rivincita maschile di "Brava"; nell'evasione di "Dimentichiamoci questa città". E non è tutto, anche quando arriva la ballata come "Incredibile romantica", è sempre la chitarra elttrica a farla da padrone con assoli strepitosi, questa volta di Solieri. Chiude Valium... e provate ad ascoltare il nuovo arrangiamento fatto poi nell'album di non inediti "Rock" del 1997, credo che valga da sola tutto l'album.
Insomma, "Siamo solo noi", la perla rock di Vasco più brillante.
Quello che inizia da Montalto di
Castro non è un semplice giro di concerti, ma un vero e proprio tour nei teatri
italiani che si basa moltissimo sull’ultimo disco “Via delle Girandole 10”.
La prima data è nel Lazio, per
l’appunto a Montalto di Castro, ma più che il primo concerto è proprio una data
zero per provare la scaletta e quindi le nuove canzoni. In linea di massima
Fabrizio ha già le idee chiare da qualche giorno, e nelle settimane prima del
debutto prova insieme alla band tutta quella che sarà poi la scaletta
definitiva del Tour indoor.
La data zero del 2015 però ha una
particolarità, infatti in questa data viene invitato il Papà di Fabrizio, il
quale accetta l’invito e si presenta in teatro. Fabrizio percepisce molto la sua
presenza, è emozionato, teso, e l’emozione, come dichiarerà lui stesso, gli
giocherà un brutto scherzo. Moro sbaglia varie volte la tonalità della canzone
d’apertura “Buongiorno Papà”, certo, niente di preoccupante, anche perché il
concerto sorprende con nuove sonorità e con l’ingresso del violino suonato
magicamente da Antonio Di Cesare, la new entry della band. La scenografia dello spettacolo è sorretta da
un enorme display che trasmette immagini, video e attimi vari che provengono
dall’arte di Fabrizio: un tocco di eleganza in un concerto trascinante, ancora
non potentemente rock, ma già bello movimentato.
MONTALTO DI CASTRO, TEATRO “LEA PADOVANI” –DATA ZERO-
14/03/2015
SCALETTA TOUR INDOOR “VIA DELLE GIRANDOLE 10”
“Ciao Zì”
“Buongiorno papà”
“Tu”
“Respiro”
“E’ solo amore”
“Io so tutto”
“L’illusione”
“Alessandra sarà sempre più bella”
“Sei andata via”
“L’eternità”
“Eppure mi hai
cambiato la vita”,
“Libero”,
“Pensa”,
“Non importa”
“Sono solo parole”
“Acqua”
“La partita”
“L’Italia è di tutti”
“I remember you”
“Da una sola parte”
“Un’altra canzone per noi”
“Parole, rumori e giorni”
BIS: “L’inizio” “Sono come sono” “Il vecchio” “Babbo Natale
esiste”
BAND:Marco Marini (chitarra), Danilo Molinari (chitarra)
sostituito poi da Davide Gobello, Alessio Renzopaoli (batteria), Fabrizio
Termignone (basso), Claudio Bielli (tastiere), Andrea Di Cesare e in alcune date Suvi Valju(violino). GUARDA IL VIDEO DEL TOUR:
Il tour prosegue a Torino il 10
Aprile al “Teatro Colosseo”, una scelta coraggiosa perché Fabrizio vuole
coinvolgere e trascinare dentro la sua musica anche il bel popolo del nord. E
allora ecco che ne viene fuori un concerto ancora più trascinante, con il
nostro Moro che non molla un centimetro e non si risparmia minimamente sul
palco, coadiuvato dalla sua grande band che ora suona più decisa e con sempre
meno piccole sbavature.
Il tour continua rimanendo sempre al nord, a Bologna il
giorno dopo, 11 Aprile 2015. È forte infatti la voglia di Fabrizio di far
conoscere sempre di più la sua musica nel nord Italia. Molti fans chiedevano da
tanto un giro di concerti proprio in questa zona dello stivale italiano, e
Fabrizio insieme al suo staff capiscono subito bene che è arrivato il momento
di insistere. Anche a Bologna lo spettacolo è splendido con il nostro che
inizia a saltare di qua e di là, quasi a far capire come quel piccolo “palco”
di teatro gli vada già un po’ stretto. C’è anche una sorpresa incredibile:
Gaetano Curreri sale sul palco e insieme al Moro improvvisano “Eppure mi hai
cambiato la vita” e “I nostri anni”: un concerto unico anche per questo.
Il giorno dopo siamo
completamente da un’altra parte. Da Bologna il tour fa tappa a Bari. Fabrizio
viaggia di notte in auto con il suo amico-collaboratore Massimo Cataldo.
Arrivano a Bari quasi stremati, oltre che per il viaggio, per le due precedenti
fatiche legate al tour. Il 12 Aprile, domenica, il nostro Moro sale sul palco
già pronto per far partire la festa. Qui il pubblico è in delirio, tant’è che
in molte canzoni la sicurezza deve tenere a bada i fans pronti a saltare dalle poltrone
e ad andare verso il palco. I moropatici non sono un pubblico da teatro,
d’altronde, essi vogliono piazze, caldo afoso, le luci della festa e la
transenna come obiettivo primario, insomma, non sono certo tipi da concerti
soft. Non c’è niente da fare, sono i più belli.
Dopo queste prime date, il tour
si prende una piccola pausa per poi ripartire col botto. Sono infatti due le
date alla ripresa: 17 e 18 Aprile a Roma, all’ “Auditorium della
conciliazione”. Qui sono veri e propri concerti evento in cui il nostro è
atteso da due grandi sold-out. Ha come sempre un sapore magico una tappa di
Moro a Roma, per ogni fans è quasi un rito al quale non ci si può sottrarre.
Ancora non abbiamo detto nulla
della scaletta, ed è proprio riferendoci alle due tappe di Roma che ci
addentriamo dentro essa cercando di raccontare la sua onda emotiva.
Si inizia come abbiamo già detto
con “Buongiorno Papà” preceduta dall’intro strumentale “Ciao Zì”, una scelta
voluta fortemente da Moro. Un’entrata soft ma da brividi, con il nostro che
entra nella seconda parte con la sua bella giacca nera in vista e la t-shirt di
sotto. Poi il concerto viene sorretto da canzoni rock alternate a pezzi più
lenti adatti per l’atmosfera nel teatro. A farla da padrone sono comunque i
nuovi pezzi e il singolo apripista “Acqua”. C’è quindi una sorta di concerto
variegato dove alle ballate si sovrappongono pezzi più tirati con l’ingresso
potente del violino, forse il vero leitmotiv del tour indoor.
Comunque sia i due concerti di
Roma danno un’energia incredibile a tutta la band, una band ora messa sotto
stress. Infatti, non c’è tempo per adagiarsi sugli allori, il giorno dopo, il
19 Aprile, il tour fa tappa a Napoli, nello splendido teatro “Acacia”. Qui
un’altra grande botta di entusiasmo con un teatro pieno in ogni suo posto e
carico di felicità. Il pubblico non riesce a stare seduto e quando parte
“Alessandra sarà sempre più bella” il teatro diventa una piccola piazza con
euforici moropatici. Sono attimi infiniti che tracceranno per sempre la storia
di Fabrizio Moro.
Alcuni giorni di riposo per poi
ripartire per una tappa inedita, in Sicilia, dove il nostro è atteso ormai da
tanto tempo. La sua esibizione è all’interno del “Musica Art”. Un’esibizione
molto carica perché la Sicilia e Moro hanno un rapporto speciale, sono come due
amici che si vedono poco ma che quando lo fanno esplodono nella felicità di una
festa grande. La scaletta rimane invariata mentre Moro rimane sorpreso dalla
grande accoglienza del pubblico caldo di Sicilia. Proprio una bella ripartenza
per preparare al meglio la data successiva in quel di Milano, il 24 Aprile. Da
Catania a Milano in un giorno, roba da vecchio rocker, roba da un mondo
artistico che ormai solo Moro rappresenta. Troppi lustrini, troppi fighetti che
salgono sul palco con comodità. Moro è l’operaio della musica che con grande
professionalità sale sui vari palchi d’Italia non smentendosi mai. A Milano, al
teatro “Verme”, la festa si rinnova: qui non ci sono solo i fedelissimi ad aspettare
Fabrizio, ma anche molti curiosi che rimangono piacevolmente sorpresi da uno
spettacolo ormai consolidato in ogni suo piccolo dettaglio.
Non ci si ferma più,
e il giorno dopo Moro è già da un’altra parte, a Firenze al teatro “Puccini”.
Qui la sorpresa è grande perché il teatro è strapieno, segno che l’obiettivo di
Fabrizio è stato centrato conquistando anche quella parte d’Italia, su cui
negli anni passati si andava di meno. Ma ora con i fans del Nord si è instaurato
un rapporto ancora più caldo e più bello di prima, anzi, non sono a dire la
verità i fans del Nord, perché nei fans di Moro non ci sono differenze, sono
semplicemente fans Moropatici, stop!
Dopo Firenze arriva una pausa
lunga. Fabrizio prende respiro, la band si rilassa dopo un primo tempo di tour
veramente tirato. La ripresa è col botto, 8 Maggio a Rende (CS), al teatro “Garden”
c’è il tutto esaurito. La data doveva essere fatta prima, a Marzo, ma per via
di un’influenza passeggera, Fabrizio fu costretto a rinviare alcune date tra
cui quella di Rende. Il pubblico però ha atteso il suo beniamino e quando Fabrizio
sale sul palco, la magia si rinnova. Un concerto stupendo, con una grande
cornice di pubblico degna dei più grandi cantautori italiani. La soddisfazione
e la felicità di Fabrizio sono enormi, tant’è che durante lo spettacolo
Fabrizio non vorrebbe fermarsi mai allungando di fatto il concerto. Alla fine
dello show sembra tutto finito, ma qui il nostro decide di ricambiare ancor di
più l’amore dei fans, rimanendo fino a tarda notte per salutare i suoi
fedelissimi.
Rimane in conclusione l’immagine più bella della serata, con il
proprietario del teatro che va via insieme a Fabrizio che, come uno qualunque,
saluta tutti e si dirige con Massimo nella sua auto.
Pronti per riposare??!
Macché,
l’indomani il nostro è già a Pescara, al teatro “Massimo”; 9 Maggio. Fabrizio è
stanco, un po’ spossato anche per il viaggio sulla Salerno- Reggio Calabria, in
tal senso è strepitosa la foto che il giorno prima posta Moro sulla sua pagina
fb, una foto che lo ritrae completamente scombussolato dal viaggio al Sud. La
sua solita ironia pungente che purtroppo non tutti comprendono.
Comunque sia a Pescara appena il
nostro guru sale sul palco, tutto svanisce. Stanchezza, spossatezza, nulla
sembra più apparire sul volto e sulle movenze del nostro. Il live è la medicina
adatta per Fabrizio che salta da una parte all’altra del palco incantando i
presenti. Dopo queste due date tutto d’un
fiato, Fabrizio si ferma ancora una volta per la pausa più lunga del tour. C’è
da aspettare più di un mese per rivederlo in azione. Una pausa voluta perché
con Pescara finisce il primo giri di concerti nei teatri italiani.
Da Nord a
Sud, un tour completo e veramente unico nella carriera del nostro. Ora avanza
l’estate e i moropatici aspettano le nuove date nelle piazze. Sono pronti,
carichi, in fin dei conti la piazza è l’habitat naturale del nostro: lui ha
voluto sorprendere tutti con un tour delicato ma molto trascinante all’interno
dei teatri, ora è pronto a sprigionare tutta la sua potenza nel live
all’aperto.
Benvenuti al secondo tempo di
questo tour fantastico!