lunedì 19 novembre 2012

UNA CROCE PIENA DI SANGUE!!!



 

La mafia nasce dalla mostruosa paura di non denunciare ciò che non va; nasce dall'estesa indifferenza del mondo che ci circonda; nasce dalla superficialità, da quella dannata convinzione che la via breve e semplice: è sempre la più opportuna! La mafia nasce dalla mancata istruzione, si matura nelle coscienze, devasta le speranze di ogni ragazzo donando loro un'illusoria soluzione che contrasta una possibile loro vita onesta, ma inutile! E', però, in quella fottuta inutilità che si diventa uomini, è in quel peregrinare quotidiano, anche di gesti inutili, che si forma un Uomo!
La mafia nasce da quella rassegnazione che pone noi, dinanzi agli altri, solo come dei numeri in minoranza: "Son troppi, loro saranno sempre troppi"!
La mafia nasce quando pensi che Borsellino, Impastato e Falcone siano solo personaggi di un un film o di una fiction... a puntate! La mafia giace negli occhi proiettati verso il basso, si matura nelle breve soluzioni, nel profondo dalla strada, per poi finire nelle nobili poltrone comunali! La mafia rende uniti gli uomini che la combattono e rende perdenti gli uomini che la evitano; divide la gente fra fra mezzi uomini e uomini d'onore! Per ogni uomo caduto non è stata una sconfitta, per ogni uomo andato non è stato tutto perduto! La mafia spinge il territorio in cui è presente a diventare un altro Stato: uno Stato nello Stato! La mafia nasce dove non esistono i piccoli gesti della gente, dove non ci sono urli giovanili, dove non c'è una reazione al pianto sconfinato. Nasce in ogni morte che fa paura, nasce nel sangue che beve questa Terra; la mafia si manifesta dove muoiono gli ideali, dove ci si accontenta dei suoi vantaggi!
Io parlo ma altri cento sputano sulle mie parole; ridono su e vanno avanti portandosi questa croce... di sangue e di violenza!!

 
ILFOLLE



martedì 6 novembre 2012

IO SONO STUFO!!!



Io sono stufo, sono stufo sentir parlare di giovani dai non giovani. Io son stufo, si, son stanco di rappresentare la generazione dei fannulloni, dei "bamboccioni"! Provate voi, provate voi a vivere come noi: da precari, da eterni sognatori! Oggi siamo confezionati nei vostri numeri, nei vostri sondaggi, nella vostra continua voglia di apparire dinanzi ad una telecamera. Partite tutti incendiari e poi vi ritrovate al tavolo dell’ipocrisia da pompieri! Partite tutti con belle speranze, salvo poi salvaguardare il vostro bel culo! 
Ecco, io ho bisogno, ho bisogno di far capire alla mia generazione che un gesto non è inutile se gli altri non lo fanno, ma sempre gesto rimarrà, l’esempio nessuno potrà mai cancellarlo e, in questa mia amata Terra, c’è bisogno di esempi!! Scuotete il vostro vicino affinché esso scuota il suo di vicino, e non accontentavi mai, né a 20 anni, né a 30, né a 40!! Non nascondetevi nei “forse”, nei “ma”, nei “tanto ormai”!
Rompete quel muro, che è il muro dell’incomunicabilità, il muro della paura!
Perché poi in fondo, sapete cos’è la paura? E’ il buio, il buio mentale, culturale, è il terrore di non vedere il limite, è il giusto contrappasso per gli uomini che la combattono!
No dai, non preoccupatevi, questa non è una lacrima che segna il mio viso, ma solo il sudore di chi lotta!!!

ILFOLLE

lunedì 22 ottobre 2012

QUESTA E'.....


Questa è la vostra domenica;
quella delle partite,
pura,
a sviluppo sostenibile,
e con umori alterni!
Questa è la tua giornata;
non è la mia,
è la tua,
la tua... domani chissà.. di chi sarà!
Questa è la domenica delle partite,
per alcuni quella delle fiche,
per altri quella della solitudine!
E' un giorno di festa:
“distraiti… distraiti”, mi dicono,
me lo inculcano nella mente!
Questa è una domenica un po' come le altre,
un po' come tante,
dove sopravvivere è più difficile che vivere!

Questa è la domenica dei perché,
dei “si”… “forse”… “ma dai, andiamo dopo... sempre dopo”!
Questa è una giornata di festa, di vino e chiesa…
di vino e chiesa!
E' un fottuto nuovo giorno,
quando di nuovo proprio non ha niente!
Vecchie paure,
vecchie...e ripetute domande
che si ripetono continuamente nella mia testa…
nella mia penna!
Questa è la vostra domenica;
quella delle partite,
per alcuni quella delle fiche,
per altri quella della solitudine,
dove sopravvivere… fa a botte con il tuo vivere!

ILFOLLE

domenica 21 ottobre 2012

DUE ANGELI… SENZA LE ALI !




“Da quando tempo sei rimasto lì, in silenzio, ad ascoltarmi, mentre urlavo il dolore della tua mancanza”?!?!
-“Lo sai bene Vasco, io, quando mai rimango fermo!? Ero in movimento, sono sempre in movimento… ogni volta che prendi in mano un microfono”.

Non molto distanti dai due, una porta sbatté in modo veemente; il vento si fece sentire più forte, la tempesta era in arrivo. I due vecchi amici però, non sembravano
sentire nulla; persi, nei loro lontani, ma mai desueti ricordi.

“Ma perché ogni volta ritorni? Perché questo tuo ricordo è così vivo, perché ogni volta che vedo un palco, vedo te?!  Perché, perché ?
 
In quel preciso istante Massimo sorrise; era uno di quei sorrisi che lasciavano intendere  tutto!

- “Ma io non sono mica andato via”, disse Massimo con tono più deciso. “Io non sono mai andato via, son sempre rimasto su quel palco, non sono mai sceso giù; la mia vita, tu lo sai, non mi ha mai permesso di scendere da quel palco. Son sempre rimasto lì, son sempre il solito scalmanato, cosa credi; qui mica gli anni passano, rimani chi sei… chi eri”!

Vasco rimase improvvisamente attonito da quelle parole; spiazzato completamente. La sua proverbiale ironia lasciava spazio ad una magica sensazione, una di quelle sensazioni speciali che arrivano ogni volta che il reale incontra il surreale.

“Si, dai, però ora non fare il saggio, tu non lo sei mai stato! Mica puoi farmi emozionare così, io devo prima prenderti a schiaffi scherzosamente come facevo sempre; oggi non possiamo lasciare spazio solo ai ricordi! Massimo, ancora si può vivere… ancora si può… ancora si può essere angeli, come dicevi tu: senza le ali".

-“Vasco, Vasco… non cambierai mai tu! Hai fermato il tempo pur cambiando le tue visioni. E comunque non preoccuparti, non son diventato un saggio; qui combino un sacco di casini e con la mia chitarra disegno le nuvole… tu le vedi da laggiù, tu, le noti sempre prima degli altri”.

Vasco abbassò la testa, per la prima volta un brivido percorse la sua schiena. Non c’era più niente in quel momento: né realtà, né finzione, né finestre, né vento… solo infinito, terrificante infinito! Vasco era segnato nel volto; alzò gli occhi, ma poi con la testa si rivoltò nuovamente dall’altra parte, quasi come quello che stesse per dire, lo imbarazzava terribilmente e, si sa, quando ci s’imbarazza, è meglio non guardare l’interlocutore dritto negli occhi… le parole potrebbe rimanere in bocca!

“Vedi Massimo, quando la Vita ti toglie un fratello, non riesci più a capire perché si diverta a fare la bastarda con te, non comprendi più il perché di quel fottuto destino. Sai, avrei bisogno di te in questi giorni, ho bisogno di te in alcune notti per tacere la mia solitudine, avrei bisogno di quella tua beffarda voglia di vivere. Ti sembrerò scemo, non è da me, ma di colpo, rivedo tutte quelle benedette diavolerie! Vedi, ora”… In quel momento, Vasco, alzò finalmente gli occhi, finalmente aveva trovato il “coraggio” di guardare Massimo, dritto negli occhi. Davanti a Vasco però non c’era più nessuno! Massimo non c’era o forse, non c’era mai stato…
Così Vasco improvvisamente si alzò dalla poltrona, quasi come un pugile che si rialza dopo esser andato più volte giù al tappeto. I suoi occhi non lasciavano spazio al dolore. Con piccoli passi si recò verso la finestra; il vento si era calmato, la tempesta, ora, era lontana e il sole, colorava di speranze quella giornata particolare.

Vasco si voltò ancora una volta verso la stanza, ora “deserta”, ora vuota… Per un attimo ebbe la sensazione di risentire la voce di Massimo; guardò a destra e poi a sinistra e si! Massimo sembrava ancora vicino, Massimo era lì, Massimo era proprio lì o forse, non era mai andato via!!


ILFOLLE


domenica 14 ottobre 2012

IN OGNI PASSO DI QUESTA STORIA!




C'eri
quando i miei passi
erano incerti.
C'eri
quando i miei passi
erano più sicuri.
C'eri
quando la notte mi faceva più paura.
E c'eri
quando un giorno sembrava
"un'estasi di gioia".
C'eri
quando son caduto e tu
mi hai rialzato,
sorreggendomi sul tuo
corpo di cristallo.
C'eri quando un'ingiustizia mi stese,
ed eri qui, quando la mia solita fretta mi fotteva!!
C'eri
quando nessuno credeva in me,
quando mi son perduto... E tu,
con estrema forza,
mi hai indicato il cammino:
insegnandomi la giusta "via",
lasciandomi spazio per camminare.
C'eri
quando il mio ego mi "travolgeva".
E c'eri
quando una parola ti feriva.
C'eri
nella mia solitudine.
E c'eri
nella mia felicità
C'eri...
Ma è ancor più bello sapere che
ci sei...
Ora... Qui... Con me...
Che ci sei,
a darmi "conforto"
in questo presente incerto...
che, grazie a te,
si colora, ora,
di un azzurro di certezze...

ILFOLLE



 

mercoledì 10 ottobre 2012

LETTERA D'AMORE ALLA MIA CALABRIA!!!



Calabria perché piangi?!?! Perché ti volti dall’altra parte?!?
Sei caduta tante volte, sei stata fatta a pezzi da chi, di te, non ha avuto mai rispetto. Cosa fai Calabria, arrossisci, t’intimidisci? Sei bistrattata da tanti, non disperarti, molti non capiscono la tua bellezza, preferiscono esaltare il marcio per farti apparire ancora più terrificante agli occhi puri della gente, agli occhi puri di questa platea di giudicanti.

Cosa fai adesso Calabria mia, piangi? Ti disperi perché ti hanno sputato nuovamente in faccia? Ormai lo sai che sei stretta in una morsa, che per una speranza diffusa ci sono mille rassegnazioni che la uccidono! Il cuore piange, l’umore si appiattisce; non si capisce se fare resistenza sia un modo come un altro per allungare questa lunga agonia; ma non chinare la testa adesso, Calabria mia, guardami in faccia, io ti amo, come ti ama tanta gente, come ti amano tanti giovani che ogni giorno prendo il pullman in paesi sperduti e vanno all’ Università per un loro sogno e con quel sogno ti migliorano; come quell’ uomo che prende la macchina alle 6 di mattina per andare a lavorare su un’impalcatura di 70 metri; oppure come mio padre, che si alza prima ancora che il sole splenda, prima ancora che il buio si disperda nella luce.

Cara mia Calabria, non piangere, non farlo ancora una volta, non vergognarti, io ci sto male a vederti soffrire, perché si sa, si soffre terribilmente quando la persona che ami sta male, quando viene vilipesa da sporchi e porci uomini. Si, è vero, siamo rimasti in pochi a credere ancora in te, siamo rimasti in pochi a credere in un futuro diverso, ma forse, sai, è nel destino di chi spera soffrire per amore.

Calabria, donna mia, cuore del mio cuore, Terra della mia Terra, non piangere stasera, non farlo, non adesso; adesso, che c’è bisogno ancora una volta di alzarsi, adesso, che il fango ti arriva dritto in faccia, adesso, che alcuni dei tuoi figli ti hanno ancora una volta rinnegata; adesso, che ti senti sola, adesso, che il sole sembra nuovamente essere tramontato…


ILFOLLE… UNO DEI TUOI AMANTI!!