giovedì 27 novembre 2014

INEDITO: "Noi, disperati"!


Perché i romantici come noi, ragazza, sono destinati a piangere di notte!
Siamo destini impigliati in autostrade piene di illusioni.

Giochiamo a viso aperto:
di giorno più disperati che mai,
di notte più volubili del giorno prima!

Perché i sognatori come noi, ragazza mia, sono nati per piangere!

Siamo ormai a un chilometro dalla pazzia.

Autostrade di disperati disordini mentali!

Poi l’alba, la solita strada che costeggia la depressione:
la vita, la ruota che gira, e un bicchiere di amaro
per addolcire questa strana serata!
Perché vedi ragazza mia, i perdenti come noi..
sono abituati a non accontentarsi mai!


giovedì 20 novembre 2014

HUAWEI ASCEND P7: L'ELEGANZA NON E' TUTTO!


Huawei Ascend p7 è già da un bel di tempo che è arrivato sul mercato italiano. Un terminale dall’eleganza ineguagliabile che fonde in sé bellezza estetica con alcuni spunti molti interessanti.
Innanzitutto sorprende la fotocamera anteriore di ben 8 mpx, un telefono che possiamo definire come un selfie-phone, pur non avendo il grandangolo del maggiore telefono per foto anteriori, il Nokia 735. La fotocamera posteriore è una 13 mpx che di giorno mostra i muscoli, mentre in condizioni di scarsa illuminazione mostra un po’ il fianco con una sovraesposizione molto visibile,ma comunque accettabile.

La memoria di 16 gb è espandibile, ma attenti alle micro sd di scarso livello, infatti queste possono portare problemi soprattutto per quanto riguarda la registrazione dei video che, se fatta con micro sd di scarso livello, risultano essere un po’ scattosi.

La ram è di 2 gb, mentre il display è un’altra delle noti più positive: un full hd, ips, con colori naturali ma non spenti. Un display al pari con altri top gamma di livello, insomma, un telefono che pretende di assumere un posto di primissimo piano in concomitanza con gli altri terminali top.

Fin qui, quindi, tutto da top, o quasi. Il problema arriva con il processore, certo,un quad core con 1.8 ghz di frequenza, ma che sorprendentemente delude per le prestazioni. Sia chiaro, la navigazione quotidiana è buona, si riesce ad entrare e uscire dai siti semplici con discreta disinvoltura, ma il problema si pone quando si alza l’asticella e magari si entra in siti più complicati. In questo caso il processore inizia a bloccarsi continuamente, con lag ripetuti e lo zoom che diventa scattoso, quasi inutilizzabile. Se si sceglie la navigazione con Chrome le cose migliorano un po’, ma certamente non può essere un processore da top gamma, ed è forse qui la vera e unica pecca del telefono.

Infatti queste prestazioni non si ripercuotono soltanto sulla navigazione, ma anche sull’ottimizzazione del terminale in generale. Nella home, a volte, p7 risulta essere scattoso e non completamente fluido, già il menù a tendina mostra micro lag che non ne compromettono comunque l’esperienza d’uso generale.

Il prezzo di listino di 400 euro è accettabile, già sul web si trova a 300, ed è un peccato perché Huawei manca di poco la promozione, ma non tanto per le caratteristiche, ma perché se si vuole primeggiare con i top di gamma, allora il fattore navigazione ha un peso fondamentale.

E’ ora che Huawei adotti Snapdragon e abbandoni l’idea dei processori fatti in casa. Forse i materiali pregiati, vetro e alluminio, hanno dato un peso forte sul bilancio, tali da far risparmiare sul processore.


Comunque sia, il problema per i meno smanettoni sarà di minore entità, alla fine p7 rimane un buon terminale di fascia media con un’estetica di fascia superiore. Insomma, o lo ami, o lo odi!!

lunedì 17 novembre 2014

BATMAN N.31: POCHE IDEE PER UN NUMERO PESSIMO!


Il primo episodio del numero 31, è un'anteprima di Batman Eternal. Sembra una storia ben messa su che presenta un universo alternativo e che vede in Selina Kyle, la protagonista criminale. A dire la verità l'entrata di Batman ci sembra un po' stile vecchio telefilm anni '60, ma la storia cresce bene anche perché iniziano a venir fuori i primi interrogativi. Poco per poter dare un giudizio completo, incomprensibile aprire il numero 31 in questo modo.

Seconda storia con Gothtopia che cerca di alzare il livello del fumetto. Crane ha creato la sua tossina, Batman in manicomio porta avanti il suo piano. Dopo la prima puntata che ci aveva sorpresi, la storia continua su una buona onda pur non affondando il colpo graffiante che potesse far gridare al capolavoro. Forse c'eravamo illusi che ne potesse uscire fuori qualcosa di alternativo, ma in realtà non è che l'ennesimo scontro fra Bats e Spaventapasseri. La storia allora va leggermente ridimensionata, l'impianto fumettistico rimane buono con ottimi dialoghi ma pian piano appaiono i soliti stereotipi che rallentano la novità del primo episodio. Ora la storia è ad un bivio, con il terzo episodio che ci dirà definitamente dove andrà a finire Gothtopia.

Terza storia: un piccolo omaggio a 'il Ritorno del Cavaliere Oscuro' ma in un'ottica più intima che vede Batman fare i conti con la propria vecchiaia. Un eroe che invecchia come tutti, ma che resiste al tempo e non si arrende al quotidiano scorrere dei giorni. Un messaggio che va oltre il fumetto, peccato solo che siano cose già ampiamente raccontate nella storia fumettistica di Batman.

Quarta storia con un altro universo alternativo. Il Cavaliere Oscuro non è solo Bruce Wayne, ma un simbolo che è andato avanti oltre alla figura del ragazzo d'oro di Gotham. In realtà tutto appare confuso, disconnesso, senza la minima verve narrativa che dovrebbe inchiodare il lettore a queste pagine. Il fumetto continua nella sua mediocrità.

La quinta storia è dedicata alla saga di Nightwing. Nei numeri scorsi ci siamo trovati dinanzi ad un avvenimento epocale che è stato forse superficializzato da molti. L'episodio è il ritrovamento di Tony Zucco, colui che aveva ucciso i genitori di Dick Grayson alias al secolo Robin. Ecco, un avvenimento così importante passato in secondo piano. Le colpe possono essere tante, ma fra tutte, c'è quella che le storie di Nightwing siano state presentate in questi 31 fumetti, come storie finali di contorno. E invece Nightwing anche stavolta dimostra che l'impianto regge il blasone: la storia non perde colpi e quando il livello cala, ecco che arriva puntuale il colpo di scena, in questo caso Zsasz. La saga di Nightwing è già un piccolo sceneggiato per un telefilm in stile Arrow, non sarebbe male anche per via di quel triangolo amoroso fra il nostro eroe, Barbara e Sonia Zucco. Insomma, il fumetto ha un suo perché quando entra in gioco Nightwing.

Si conclude in questa maniera un numero 31 pessimo, con storie di bassa importanza e idee ripetitive e stantie. Di 'Anno zero', pur essendoci scritto in copertina, non v'è traccia. La domanda sorge spontanea: perché tirarlo così per le lunghe? perché confondere il tutto in questo modo? Non sarebbe stato meglio andare avanti solo con Anno Zero, Gothtopia e Nightwing? Un'impostazione che proprio non si comprende da parte della DC.

Ora aspettiamo il numero 32, sperando che ci sorprendi come ha fatto lo splendido numero 30.


Voto 4.5

sabato 8 novembre 2014

UN MONDO DIVERSO!


Ehi, pensa ad un mondo diverso; avanti, su, pensalo!

Pensalo senza religioni,
senza interessi, senza un senso!
Pensa ad una strada diversa da questa,
pensala sempre meno dritta, pensala al buio!
Mia figlia mi chiede se questa sera
possiamo vedere un bel cartone animato;
ma pensa se non potessimo più ridere,
pensa se non potessimo più sorridere alla vita.
Pensa ad un mondo diverso,
disegnatelo su misura;
non usare armi per convincere gli altri, non farlo mai!!
Pensa ad una musica diversa,
pensa un mondo senza politica,
senza gestione, pensa ad un mondo un po' più migliore!

Su, avanti, dai, pensalo e non ridermi dietro le spalle!

Mio figlio mi chiede se stasera ci sono mostri in giro;
capisci, viviamo in un mondo di paura,
fin dalla nascita è così: siamo condannati ad una fine!
Allora non fermarti, oh no, dai, non piangere stasera,
disegna il tuo mondo, pensalo, chiudi gli occhi..
ora puoi farlo!
Pensa ad un mondo senza paure,
senza terrore, senza classifiche, senza differenze:
di notte, di giorno, tu pensalo,
disegnalo ovunque, incidilo sui muri di ogni frontiera,
scrivilo sulle nuvole con il sacrificio e il tuo sudore.
Non lasciare mai che tu sia il foglio
su cui gli altri scrivono la propria storia, tu non farlo mai!!!
Vedi amico mio, si esce sempre sconfitti da questa vita,
si esce sempre fuori, prima o poi, da questo cerchio!

Mia figlia mi chiede un bacio prima di andare a letto,
e se posso tenerle la mano prima che si addormenti…
Vedi amico mio, a forza di disegnare il mio mondo
io lo sto vivendo,
in questo momento, si, io vedo in lei...
UN MONDO DIVERSO!!!


IlFolle

mercoledì 5 novembre 2014

LA RECENSIONE DI 'SONO INNOCENTE': UN RITORNO ALTERNATIVO!!!


Arriva a tre anni da ‘Vivere o Niente’ il nuovo album del Blasco, ed è un ritorno potente, alternativo ed energico.

L'album si apre con ‘Sono innocente ma’.. Il Blasco lascia da parte la disillusione degli ultimi due lavori discografici e ripone all'attenzione dell'ascoltatore, la rabbia e la determinazione. Il pezzo ha sfumature elettroniche ma che non invadono mai il territorio musicale di appartenenza: puro rock. Un pezzo potente, un rock fra i più belli di tutta la sua carriera e già questa.. é una grande notizia.

Il rock continua alla traccia due con ‘Duro incontro’. Il cantato prende ispirazione dal ‘Manifesto futurista..’ ma la musica qui è più psichedelica, frenetica. Il testo racconta alla perfezione uno stato d'animo, una sensazione alienante. ‘Fegato fegato spappolato’ ha adesso un suo fratello, meno sballato ma più duro. Una canzone che rimane nel limbo dorato insieme a tanti altri pezzi rock del Blasco, non ottimi ma neanche insufficienti.

La terza traccia è ‘Come Vorrei’. Arriva il pop, la melodia italiana che Vasco tiene su con un testo molto ispirato e dai significati profondi. Una storia d'amore é il pretesto per parlare a sè stessi, in modo onesto e sincero. Una canzone che viene frenata dalla mancanza di un vero assolo che avrebbe potuto farle fare il salto di qualità. Per le radio é perfetta, forse meno per i più affezionati.

La quarta traccia continua con atmosfere pop ma più ispirate. ‘Guai’ è beatamente e profondamente nello stile di Vasco, che qui, separa la canzone fra una melodia iniziale a bassa intensità ad un cambio di ritmo imposto dalla sua voce, in questo disco ai massimi livelli. ‘Guai’ è una piccola perla, una di quelle canzoni da cantare nei falò con la chitarra acustica. Il testo non è poetico, ma ha alcuni spunti interessanti nelle strofe, soprattutto nella seconda parte del pezzo. Promossa senza riserve.

La quinta traccia è una scarica impetuosa di hard rock. ‘Lo vedi’ è potentissima, con sonorità mai sentite prima in un album di Vasco. Il testo è minimalista ma guai a dire che è banale. “Lo vedi o non lo vedi, ci credi o non ci credi”, insomma, devi svegliarti, prendere la vita di petto, e credere in te stesso. Il pezzo non scende mai di intensità e ci regala un grande gioiello rock made in Italy! Ci siamo!!!

Alla sesta traccia abbiamo ‘Aspettami’. L'album scende di livello ma non tocca il fondo. Infatti ‘Aspettami’, pur non essendo un pezzo eccelso, è una canzone molto orecchiabile che fa del suo splendido inciso il punto di forza. Questa è forse la canzone che più dividerà gli addetti ai lavori, certo, sia nel testo che nelle atmosfere si respira molto il Battisti anni '80, ma tutto ciò non basta o perlomeno, non soddisfa pienamente. Comunque sia una canzone che se usata come singolo radiofonico, potrebbe far molto presa sull'utente medio, ma in quest'album c'è onestamente di molto meglio.

Settima traccia è ‘Dannate nuvole’. Avrebbe potuto essere eccellente se la base elettronica non fosse stata così invadente. Un pezzo con un testo filosofico, che con poche parole disegna un mondo. ‘Dannate nuvole’ è una ballata dark, esplosiva quando entrano in gioco le chitarre e con atmosfere deliranti che arrivano all'apice della potenza, quando Vasco pone a tutti la domanda fatidica: "Chissà perché?". Questa canzone è pienamente promossa.

Ottava traccia nel segno del Blues. ‘Il blues della chitarra sola’ inizia con un tappeto musicale elettronico che stona completamente con la melodia vocale di Vasco. Sembra proprio un arrangiamento poco ispirato e attento. Poi dopo le prime strofe le sonorità diventano un connubio abbastanza regolare con la voce del Blasco. La canzone in sé non è affatto male e il testo sembra una presa in giro che Vasco fa nei suoi confronti. Peccato perché sul web circolava una versione veramente blues del pezzo, una versione che incarnava pienamente lo spirito giocoso e ironico della canzone che, in questo arrangiamento, viene un po' nascosto. Alla fine è buona traccia, suggellata anche da uno splendido assolo.

Nona traccia ha il nome di 'Accidenti come sei bella’, già stroncata da molti. Parliamoci chiaro, per l'ascoltatore medio è una buona canzone, divertente e orecchiabile, ma stiamo parlando del più famoso Signor Rossi d'Italia; stiamo parlando di un album fra i più ispirati della carriera che, in questo modo, cade letteralmente per terra con un pezzo del genere. La voce di Vasco sembra quasi incerta, la musica è un gioco computerizzato per le nuove generazioni. Insomma, un pezzo bocciato, forse l'unico veramente da scartare.

Ma alla decima traccia arriva la perla del disco. ‘Quante volte’ è un viaggio nella vita di Vasco che poi si riflette in ognuno di noi. Stiamo parlando di una canzone che vuole pretendere di dar fastidio ai grandi classici del Blasco, e ci riesce senza timori. La melodia iniziale riprende quella di ‘Vita spericolata’, alcuni storceranno il naso, ma la genialità sta proprio in questo: una confessione musicale partendo dal pezzo più simbolico. Poi la canzone va in un'altra direzione ed emoziona, sconvolge, mette i brividi. Nessun assolo (forse nel primo intermezzo se ne sente la mancanza), nessun gioco melodico o strumentale. La canzone è semplice e diretta, la voce di Vasco detta l'andatura, la sua interpretazione è vissuta. Un classico che non cederà mai il passo al tempo!!

L'undicesima traccia è ‘Cambiamenti’. Una canzone già molto conosciuta nella quale, Vasco, pone davanti all'ascoltatore un testo apparentemente banale con una lista di cose da cambiare, tutto ciò per racchiudere il messaggio più profondo: 'l'unica rivoluzione é cambiare se stessi"! La musica è un blues di nuova generazione che con non convince però appieno. La canzone ha un suo perché, il testo anche, e in questo disco la tematica del cambiamento credo sia indispensabile per non poterla in qualche modo decantare. Tutto sommato, bene così.

Alla dodicesima traccia un pezzo strumentale, dal nome ‘Rockstar’. Siamo dinanzi ad un pezzo hard rock, dove Vasco fa riproporre da Vince Pastano, l'interludio del Live Kom 014. Niente da dire: suoni naturali, potenza ed energia. Con questo pezzo Vasco traccia una linea fra le 11 canzoni dell'album e le tre bonus tracks. Infatti la posizione delle tracce in questo disco, è fatta in modo molto minuzioso, con momenti rock che che si alternano alle ballate, quasi come in un contesto da concerto.
Inizia così la prima delle bonus tracks: una reloaded de ‘L'uomo più semplice’, qui peggiorata, depotenziata del rock originario. Un pezzo che sicuramente poteva essere evitato in questo album. La canzone esplode nell’inciso, ma il tutto è corredato da un testo troppo semplice (ma qualcuno può vederci un bel collegamento con la tematica appunto semplice del pezzo), e a tratti molto debole. In questo contesto, ‘L’uomo più semplice’, è ancor di più bocciata.

A risollevare il morale ci pensa ‘L'ape regina’, un testo molto particolare dove l'ape regina viene inquadrata un po' come la Bocca di Rossa del 2014, che ammalia tutti quanti. Le atmosfere sono alla Branduardi e Vasco sorprende completamente spiazzando l'ascoltatore. Un grande esperimento, il più concreto, quello più riuscito, i cambiamenti qui sono davvero evidente. Completamente promossa.
Chiude l'album ‘Marte piange ancora’. Qui troviamo un Vasco d'annata, influenzato da Rino Gaetano ma con un strada musicale e melodica completamente differente. Marta é un pezzo divertente, con un testo leggero ma molto efficace per la tematica affrontata. Una canzone che forse non soddisfa in pieno, anche per via di un coro imbarazzante in stile Mary Louise. L'interpretazione di Vasco é ironica, sbeffeggiante, sopra le righe. Si chiude non con il botto ma in pieno divertimento.
Tiriamo ora le somme:

‘Sono innocente’ non è forse l'album migliore della carriera, ma entra prepotentemente nell'albo dei grandi lavori del Blasco. Arriva così in alto per la sua straordinaria varietà di stili, per il sound hard rock unico e potente. L'album risulta essere un piccolo esperimento, con pezzi che vanno dal cantautorato più elevato al rock più duro. Dalla canzone radiofonica allo sberleffo, insomma, siamo di fronte all'album più variegato di sempre, tanto che le tracce fra loro, a volte, sembra che stonino un po', ma è il prezzo da pagare per una varietà così elevata. La struttura del disco é data da pezzi di livello, studiati nella costruzione armonica nei minimi dettagli. A questi si alternano arrangiamenti elettronici che strizzano l'occhio alle nuove generazioni, poche attente ai dettagli strumentali... non sempre però!

Insomma, ‘Sono innocente’, pur con due o tre incidenti di percorso evidenti, sorprende, spiazza, poi se in positivo o in negativo, dipenderà dai gusti personali, ma comunque sia é innegabile che ci troviamo davanti un Vasco molto diverso e alternativo.
Il voto è un 8 pieno, soprattutto perché in questo periodo che nessuno rischia, Vasco ci propone pezzi molto diversi tra loro senza andare sul sicuro.

Per concludere ecco la personale classifica degl'album più belli di Vasco.

1- C'è chi dice no
2-Gli spari sopra
3-Siamo solo noi
4-Liberi Liberi
5-Vado al Massimo
6-Bollicine
7-Sono innocente
8-Vivere o niente
9-Nessun pericolo per te
10-Canzoni per me
11-Cosa succede in città
12-Il mondo che vorrei
13-Colpa d'Alfredo
14-Buoni o cattivi
15-Ma cosa vuoi che sia una canzone
16-Non siamo mica gli americani

17-Stupido hotel 

lunedì 3 novembre 2014

SEI TU IL MIGLIORE!


Hai più di quarant'anni e ancora insegui il successo
c'è chi dice che dovresti tingerli di nero
ma ami cercare la rivoluzione facendo l'eco!

Hai una certa età eppure sembri vero
sei sempre in prima fila
vestito di bianco ma io preferisco sempre il Nero!

Sei arrivato dopo
ma c'hai fottuto tutti
aprendo il di dietro
e cantando a squarciagola!

Hai più di una certa età
ma ami le bambine
scrivi d'amore per loro
e poi per lui ogni qualvolta
i fari sono accessi.

Sei tu il migliore
il furbo, l'onesto, quello che paga meno
Sei tu il primo
il più bello, il genio, quello che si espone meno
Dimmi come fai
Come stai
Come giochi poi senza di lui

Come si va avanti.. alla tua età!?!?!