mercoledì 5 novembre 2014

LA RECENSIONE DI 'SONO INNOCENTE': UN RITORNO ALTERNATIVO!!!


Arriva a tre anni da ‘Vivere o Niente’ il nuovo album del Blasco, ed è un ritorno potente, alternativo ed energico.

L'album si apre con ‘Sono innocente ma’.. Il Blasco lascia da parte la disillusione degli ultimi due lavori discografici e ripone all'attenzione dell'ascoltatore, la rabbia e la determinazione. Il pezzo ha sfumature elettroniche ma che non invadono mai il territorio musicale di appartenenza: puro rock. Un pezzo potente, un rock fra i più belli di tutta la sua carriera e già questa.. é una grande notizia.

Il rock continua alla traccia due con ‘Duro incontro’. Il cantato prende ispirazione dal ‘Manifesto futurista..’ ma la musica qui è più psichedelica, frenetica. Il testo racconta alla perfezione uno stato d'animo, una sensazione alienante. ‘Fegato fegato spappolato’ ha adesso un suo fratello, meno sballato ma più duro. Una canzone che rimane nel limbo dorato insieme a tanti altri pezzi rock del Blasco, non ottimi ma neanche insufficienti.

La terza traccia è ‘Come Vorrei’. Arriva il pop, la melodia italiana che Vasco tiene su con un testo molto ispirato e dai significati profondi. Una storia d'amore é il pretesto per parlare a sè stessi, in modo onesto e sincero. Una canzone che viene frenata dalla mancanza di un vero assolo che avrebbe potuto farle fare il salto di qualità. Per le radio é perfetta, forse meno per i più affezionati.

La quarta traccia continua con atmosfere pop ma più ispirate. ‘Guai’ è beatamente e profondamente nello stile di Vasco, che qui, separa la canzone fra una melodia iniziale a bassa intensità ad un cambio di ritmo imposto dalla sua voce, in questo disco ai massimi livelli. ‘Guai’ è una piccola perla, una di quelle canzoni da cantare nei falò con la chitarra acustica. Il testo non è poetico, ma ha alcuni spunti interessanti nelle strofe, soprattutto nella seconda parte del pezzo. Promossa senza riserve.

La quinta traccia è una scarica impetuosa di hard rock. ‘Lo vedi’ è potentissima, con sonorità mai sentite prima in un album di Vasco. Il testo è minimalista ma guai a dire che è banale. “Lo vedi o non lo vedi, ci credi o non ci credi”, insomma, devi svegliarti, prendere la vita di petto, e credere in te stesso. Il pezzo non scende mai di intensità e ci regala un grande gioiello rock made in Italy! Ci siamo!!!

Alla sesta traccia abbiamo ‘Aspettami’. L'album scende di livello ma non tocca il fondo. Infatti ‘Aspettami’, pur non essendo un pezzo eccelso, è una canzone molto orecchiabile che fa del suo splendido inciso il punto di forza. Questa è forse la canzone che più dividerà gli addetti ai lavori, certo, sia nel testo che nelle atmosfere si respira molto il Battisti anni '80, ma tutto ciò non basta o perlomeno, non soddisfa pienamente. Comunque sia una canzone che se usata come singolo radiofonico, potrebbe far molto presa sull'utente medio, ma in quest'album c'è onestamente di molto meglio.

Settima traccia è ‘Dannate nuvole’. Avrebbe potuto essere eccellente se la base elettronica non fosse stata così invadente. Un pezzo con un testo filosofico, che con poche parole disegna un mondo. ‘Dannate nuvole’ è una ballata dark, esplosiva quando entrano in gioco le chitarre e con atmosfere deliranti che arrivano all'apice della potenza, quando Vasco pone a tutti la domanda fatidica: "Chissà perché?". Questa canzone è pienamente promossa.

Ottava traccia nel segno del Blues. ‘Il blues della chitarra sola’ inizia con un tappeto musicale elettronico che stona completamente con la melodia vocale di Vasco. Sembra proprio un arrangiamento poco ispirato e attento. Poi dopo le prime strofe le sonorità diventano un connubio abbastanza regolare con la voce del Blasco. La canzone in sé non è affatto male e il testo sembra una presa in giro che Vasco fa nei suoi confronti. Peccato perché sul web circolava una versione veramente blues del pezzo, una versione che incarnava pienamente lo spirito giocoso e ironico della canzone che, in questo arrangiamento, viene un po' nascosto. Alla fine è buona traccia, suggellata anche da uno splendido assolo.

Nona traccia ha il nome di 'Accidenti come sei bella’, già stroncata da molti. Parliamoci chiaro, per l'ascoltatore medio è una buona canzone, divertente e orecchiabile, ma stiamo parlando del più famoso Signor Rossi d'Italia; stiamo parlando di un album fra i più ispirati della carriera che, in questo modo, cade letteralmente per terra con un pezzo del genere. La voce di Vasco sembra quasi incerta, la musica è un gioco computerizzato per le nuove generazioni. Insomma, un pezzo bocciato, forse l'unico veramente da scartare.

Ma alla decima traccia arriva la perla del disco. ‘Quante volte’ è un viaggio nella vita di Vasco che poi si riflette in ognuno di noi. Stiamo parlando di una canzone che vuole pretendere di dar fastidio ai grandi classici del Blasco, e ci riesce senza timori. La melodia iniziale riprende quella di ‘Vita spericolata’, alcuni storceranno il naso, ma la genialità sta proprio in questo: una confessione musicale partendo dal pezzo più simbolico. Poi la canzone va in un'altra direzione ed emoziona, sconvolge, mette i brividi. Nessun assolo (forse nel primo intermezzo se ne sente la mancanza), nessun gioco melodico o strumentale. La canzone è semplice e diretta, la voce di Vasco detta l'andatura, la sua interpretazione è vissuta. Un classico che non cederà mai il passo al tempo!!

L'undicesima traccia è ‘Cambiamenti’. Una canzone già molto conosciuta nella quale, Vasco, pone davanti all'ascoltatore un testo apparentemente banale con una lista di cose da cambiare, tutto ciò per racchiudere il messaggio più profondo: 'l'unica rivoluzione é cambiare se stessi"! La musica è un blues di nuova generazione che con non convince però appieno. La canzone ha un suo perché, il testo anche, e in questo disco la tematica del cambiamento credo sia indispensabile per non poterla in qualche modo decantare. Tutto sommato, bene così.

Alla dodicesima traccia un pezzo strumentale, dal nome ‘Rockstar’. Siamo dinanzi ad un pezzo hard rock, dove Vasco fa riproporre da Vince Pastano, l'interludio del Live Kom 014. Niente da dire: suoni naturali, potenza ed energia. Con questo pezzo Vasco traccia una linea fra le 11 canzoni dell'album e le tre bonus tracks. Infatti la posizione delle tracce in questo disco, è fatta in modo molto minuzioso, con momenti rock che che si alternano alle ballate, quasi come in un contesto da concerto.
Inizia così la prima delle bonus tracks: una reloaded de ‘L'uomo più semplice’, qui peggiorata, depotenziata del rock originario. Un pezzo che sicuramente poteva essere evitato in questo album. La canzone esplode nell’inciso, ma il tutto è corredato da un testo troppo semplice (ma qualcuno può vederci un bel collegamento con la tematica appunto semplice del pezzo), e a tratti molto debole. In questo contesto, ‘L’uomo più semplice’, è ancor di più bocciata.

A risollevare il morale ci pensa ‘L'ape regina’, un testo molto particolare dove l'ape regina viene inquadrata un po' come la Bocca di Rossa del 2014, che ammalia tutti quanti. Le atmosfere sono alla Branduardi e Vasco sorprende completamente spiazzando l'ascoltatore. Un grande esperimento, il più concreto, quello più riuscito, i cambiamenti qui sono davvero evidente. Completamente promossa.
Chiude l'album ‘Marte piange ancora’. Qui troviamo un Vasco d'annata, influenzato da Rino Gaetano ma con un strada musicale e melodica completamente differente. Marta é un pezzo divertente, con un testo leggero ma molto efficace per la tematica affrontata. Una canzone che forse non soddisfa in pieno, anche per via di un coro imbarazzante in stile Mary Louise. L'interpretazione di Vasco é ironica, sbeffeggiante, sopra le righe. Si chiude non con il botto ma in pieno divertimento.
Tiriamo ora le somme:

‘Sono innocente’ non è forse l'album migliore della carriera, ma entra prepotentemente nell'albo dei grandi lavori del Blasco. Arriva così in alto per la sua straordinaria varietà di stili, per il sound hard rock unico e potente. L'album risulta essere un piccolo esperimento, con pezzi che vanno dal cantautorato più elevato al rock più duro. Dalla canzone radiofonica allo sberleffo, insomma, siamo di fronte all'album più variegato di sempre, tanto che le tracce fra loro, a volte, sembra che stonino un po', ma è il prezzo da pagare per una varietà così elevata. La struttura del disco é data da pezzi di livello, studiati nella costruzione armonica nei minimi dettagli. A questi si alternano arrangiamenti elettronici che strizzano l'occhio alle nuove generazioni, poche attente ai dettagli strumentali... non sempre però!

Insomma, ‘Sono innocente’, pur con due o tre incidenti di percorso evidenti, sorprende, spiazza, poi se in positivo o in negativo, dipenderà dai gusti personali, ma comunque sia é innegabile che ci troviamo davanti un Vasco molto diverso e alternativo.
Il voto è un 8 pieno, soprattutto perché in questo periodo che nessuno rischia, Vasco ci propone pezzi molto diversi tra loro senza andare sul sicuro.

Per concludere ecco la personale classifica degl'album più belli di Vasco.

1- C'è chi dice no
2-Gli spari sopra
3-Siamo solo noi
4-Liberi Liberi
5-Vado al Massimo
6-Bollicine
7-Sono innocente
8-Vivere o niente
9-Nessun pericolo per te
10-Canzoni per me
11-Cosa succede in città
12-Il mondo che vorrei
13-Colpa d'Alfredo
14-Buoni o cattivi
15-Ma cosa vuoi che sia una canzone
16-Non siamo mica gli americani

17-Stupido hotel 

1 commento:

  1. son in completo disaccordo con te su alcune cose.:).vivere o niente è sicuramentetra tra i migliori, l'album piu bello dopo i primi 4 della sua carriera(abbastanza intoccabili per novità dei suoni ed ispirazione a 360 gradi)ma è di gran lunga il piu' omogeneo, tutte ad un buon livello senza eccedere ne sfigurare..ascolta i testi e dimmi se la genialità e l'originalità (chiaramente per quei tempi) di "non siamo mica gli americani" puo non sentirsi offesa dall'imbarazzante banalita di alcune frasi inconcludenti dei testi di "sono indecente"..per le musiche ti do ragione come sulla voce,alcuni assoli mancanti o arrangiamenti troppo arrangiati come altri piu che magnificamente realizzati ma "aspettami" a me piace molto e a parte "il gelo" che ci stava xsino meglio un "nn tremo" nasconde doppi sensi abbastanza ironici e calibrati..un altra forse commerciale ma di piu alto livello è il singolo "come vorrei" una vera perla destinata a durare e non tutti capiscono il senso al primo ascolto quindi solo dopo un po appare quasi tonda x nn dir quadrata:)mancano le idee nei testi,troppo incentrato su se e il suo mondo fatto di gente che non gli da stimoli e che lo spinge a scrivere indirettamente per continuar a guadagnarci..stupido hotel non è tra i peggiori ma c'erano tematiche varie e concrete come nella stessa che affronta bene il tema della felicità e della depressione..lo vedi per esempio sembra la fotocopia di "ma tu ci credi o no (e io ci do)" una delle peggiori pur simpatica e orecchiabile canzoe di Arcano un imitatore semisconosciuto di Vasco che ha scritto tra l'altro delle autentiche poesie a detta non solo mia tra cui "quante volte" anche questa simile all'omonima ma piu melodica..sull'ape regina disse a suo tempo che il testo era di suo figlio..mah,,cmq è riuscita abbastanza bene grazie a un mix tra pescatore di De Andrè e sonorità pseudoceltiche alla Branduardi mentre son d'accordo su marta il cui finale pur simpatico devia un po troppo dalla seriosità originale con cui veniva affrontato il tema del pianto per amore..e andrebbero bene tutti gli altri suoi inediti per non parlare di capolavori anche sconosciuti scritti per altri o almeno delle sue mai cantate dal vivo o di alcune cover tipo la mia libertà del califfo..ma son solo idee personali e assolutamente non consigli!
    Il livello della canzoni (almeno quelle italiane è piu' facile da abbassarsi radio o non) soprattutto se ci si accontenta sempre..poi la fama non serve a molto..semmai è la fame che puo' produrre grandi opere..

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