Gesù era dall’altra parte del fiume. Gridava più forte
mentre Maometto si sforzava di comprendere ogni parola.
“Caro Maometto, forse dovremmo anche noi prenderci meno sul
serio, non è possibile che ancora oggi si fanno delle crociate, si uccide la
gente, non possiamo tollerare ciò”.
“Shhh, potrebbero
sentirci, queste parole potrebbero portare altro sangue. Non dico di restare
fermi, ma ormai gli uomini che credono in noi hanno una visione distorta. Ma
caspita, ti ricordi che eri uno dei miei preferiti all’inizio. Poi è chiaro,
ognuno con il suo percorso, il suo Dio, ma ognuno con la libertà di esprimere
la propria fede, è fondamentale questo".
Gesù riprese a parlare gridando ancora più forte.
“E allora cosa devo dire io, che ormai non mi riconosco più
in una chiesa che prende denaro per la consacrazione dei propri sacramenti, una
chiesa che non accetta il diverso ma difende il perverso?”
“Ah caro Gesù”, disse Maometto dall’altra parte del fiume.
“Sangue, sangue, ma non sono miei figli, come non lo erano coloro che hanno
ucciso in onore del tuo nome. Siamo anche noi relegati a credenze modificate
dall’essere umano, siamo immersi in un mondo che non va avanti se non vive di
contrasti. La chiamano follia, ma quella distrugge i confini, quella è utile.
Questa è pazzia… libertinaggio che uccide ogni libertà”.
“Caro Maometto, dovremmo crearla noi una grande barzelletta
su di noi, far capire che il rispetto è anche la libertà di poter fare satira.
Dovremmo anche noi creare un libro di barzellette con noi due protagonisti”...
I due profeti poi si salutarono e ognuno tornò al suo
villaggio di credenti, mentre Maometto rifletteva su ciò che aveva detto Gesù
su quel libro di barzellette.
Maometto sorrise, si fermò un attimo e fra sé e sé disse a
bassa voce:
“Bè… sarebbe davvero una bella storia”.
IlFolle, anzi no: je suis Charlie!!
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