In questi tre anni, ma soprattutto
nell'ultimo, dove sono stato ospitato da tante città e ho portato il mio
spettacolo poetico ovunque, tante volte ho nascosto delle cose, anche per
aumentare la risonanza virtuale della mia ascesa, ma ora, voglio veramente mettermi
a nudo, partendo dalla prima tappa, a Sanremo un anno fa.
QUESTE CONFESSIONI POTREBBERO DAR
FASTIDIO A QUALCUNO, ME NE SCUSO, MA HO DECISO DI AUTOFLAGELLARMI!
Mancava una settimana alla mia prima
uscita ufficiale, ma ancora non avevo visto il libro, nè la prefazione com'era
stata inserita all'interno del volume. Per la prefazione ci furono problemi, in
pratica Tania mi aveva detto che ci voleva un permesso scritto da Vasco ma io
non potevo certamente contattarlo più. Allora chiesi a Stefano Salvati, mi
disse Tania che era lui ad occuparsi in quel momento di permessi e roba del genere.
Inviai la richiesta per mail a Salvati, dopo alcuni giorni, mi disse
che aveva parlato con Vasco il quale gli disse che non c’erano problemi per la
prefazione, e soprattutto, che con il suo nome potevo fare qualsiasi cosa, tanta
la sua fiducia nei miei confronti. Fu un giorno indimenticabile!!!
Comunque sia, ad una settimana alla
prima presentazione, il libro non ero riuscito ancora a vederlo. Arrivai al
punto di dire a Vitola, il mio editore, "Non vengo se non vedo prima il
libro", 3 giorni prima mi chiama Dino e mi dice "Allora, lo stiamo
impaginando adesso, dimmi come lo vuoi. Abbiamo dei problemi con i diritti
delle canzoni, ne dobbiamo mettere metà"!
Partii insieme a Simona. Arrivati a
Sanremo aspettammo più di un'ora, poi vennero a prenderci. Il libro però non si
vedeva ancora. Ci volle il giorno dopo per vederlo tra le mie mani. Ricordo
ancora l'emozione, la voglia di mangiarmi il mondo. Poi dritti a Casa Sanremo,
dove feci inutili interviste, inutili servizietti, con un tipo che mi fa
durante un'intervista "Allora, cosa ne pensi dei Modà", inutile dirvi
che non gl'ho risposto bene.
Intanto nel pomeriggio, sfogliando il
libro, mi accorsi che mancavano poche pagine all'interno, andai in paranoia
totale, poi arrivò una telefonata di Vitola che mi disse che era stato fatto
tutto a posta, per non farsi scopiazzare prima dell'uscita ufficiale.
Dino lo vidi solo nel pomeriggio.
Andai al Royal Hotel mi pare. Vitola sembrava un boss: spaparanzato su un divanetto
a parlare tranquillamente con altri colleghi dello spettacolo. Non era la prima
volta che lo vedevo, ma cazzo, cosa volete, intimoriva! Poi andammo ancora a
Casa Sanremo e nel bel mezzo del caos, venni catapultato in una trasmissione
nazionale. C'erano tanti personaggi famosi come Patrizia Peroni, cronista di
Formula Uno, ex concorrenti del Grande Fratello e il conduttore, molto gentile,
che era un tipo che aveva partecipato all'Isola dei famosi, ma che non ricordo
proprio come cazzo si chiamava. Parlavano di Sanremo, io non sapevo un cazzo.
Blaterai due parole, ma ero impacciato e come un cazzone me ne stavo con il
libro tra le mani, ma cos'altro potevo fare?!? Il giorno dopo quasi rischiavo
di non tornare. Mancavano 50 euro da dare all'Hotel e io ero partito solo con 20! Vitola era
andato a dormire alle 8 del mattino, era in pieno sonno! Mi salvò Gina, una mia
cara amica svizzera, che pagò la cena della sera prima e così andai via. Fu
elettrizzante però!
Una settimana dopo presentavo il
libro a casa mia, cioè, non proprio, in realtà era vicino casa mia, nella
delegazione comunale. Più che una presentazione sembrava una cantina allegra
con alcuni dei parenti che erano là proprio a farmi un piacere, però comprarono in
molti il libro, alla fine, si, dai, fu carina la presentazione. Vitola
naturalmente mi disse che sarebbe venuto ma poi ebbe il solito imprevisto
dell'ultimo minuto. Ancora lo conoscevo da poco, poi capii che non lo faceva
perché era stronzo, ma perché lui è proprio così, è Dino Vitola cazzo, cosa
vuoi aggiungere di più!
Dopodiché iniziarono i preparativi
per la Svizzera. Mi volle fortemente Gina Azzato. Una persona squisita che la
prima volta venne da Basilea fino a Trebisacce in macchina per conoscermi,
sarebbe inutile aggiungere altro. Fino all'ultimo giorno però non sapevo se
dovessi andare o meno. Mancavano i soldi, poi i libri. Un casino della madonna che
mi scombussolò le giornate. Alla fine partii. Mamma mia, non avevo mai
oltrepassato i confini italiani. Io e la mia Simona! Arrivati, la Svizzera
sembrava l'America, anzi, sembrava di stare in un film di Dracula con quel
freddo terribile e quelle case così diverse. Porca miseria, si mise a piovere sempre!
Facemmo le prove appena arrivati, oh
mio Dio, lo ricordo come fosse ieri ragazzi, sembrava di vivere un sogno. A
Roma rischiai seriamente di perdere l'aereo per via di un malinteso con un
collaboratore di Vitola, arrivammo stremati all'aereo. La sera stessa poi
andammo a mangiare. Ci credevo davvero, ero convinto di poter fare quella
strada: diventare uno scrittore affermato. Il giorno dopo erano previste 100
persone, ne arrivarono una quarantina, ma cazzo, che spettacolo. Io in un'altra
stanza mentre la gente entrava, neanche fosse un concerto rock. L'entrata fu da
brivido per me, con gente mai vista prima che era lì ad aspettarmi da minuti.
Andò tutto a gonfie vele. Poi finita la presentazione ci fu il rinfresco dove
rimasi folgorato da tutto.
Volevano la foto con me; l'autografo;
volevano parlare e confrontarsi. Poi si avvicinò un signore che aveva assistito
a tutta la presentazione ed era cieco. Mi ringraziò e mi disse alcune cose che
mi toccarono l'anima; lui veniva dalla Sicilia. Prima di uscire fuori, andai in
bagno e piansi per pochi secondi. Poi bagnai il viso e uscii fuori. Ero
stremato, ma c'era un'altra presentazione, in un locale a Berna, forse
un'esagerazione degl'organizzatori, ma io ero troppo felice. Sembravo davvero
un grande artista, mi vengono i brividi a pensarci.
Nel locale di Berna andò tutto
storto, dal primo all'ultimo minuto. Era una serata festosa e io ero stato
inserito in un contesto totalmente inutile per il mio discorso. Mi ricordo la
lunghissima attesa nel camerino, va bè, un ripostiglio, cosa credevate?!?
Entrai sul palco e il microfono non si sentiva, l'audio era assente, i video
proiettati né si vedevano, né si sentivano. La gente davanti a me che mangiava,
rideva, alcuni mi prendevano per il culo.. due forse mi ascoltavano. Sul palco
sbagliai ogni recitazione, la gente davanti a me maleducatamente parlava più
forte e io urlavo ancora di più. Lo ammetto, forse diventai anche un po'
arrogante, ma non sapevo come difendermi, non mi aspettavo quell'accoglienza da
cani. Finito il concerto poetico, me la presi con tutti e alzai la voce come un
coglione contro Simona nel retro palco. Era stata la prima battuta d'arresto,
forse. Prima di uscire recitai il passo della poesia finale dove c'era la
parola "cazzi tuoi"! La gente finita la serata si lamentò per la mia
volgarità, per l'impreparazione degl'organizzatori! Volevo morire!! Il giorno
dopo era prevista una mia intervista, ma mi censurarono per salvaguardare la
mia immagine. Fu lo speaker Pinto a prendere la decisione. Me ne andai dalla
Svizzera in un triste pomeriggio di Domenica, mi sembra. Con Gina e suo marito
ci salutammo, ma io ero triste, non doveva finire cosi!
ORA ASPETTA, NON DEVI SPARARTELO
TUTTO ADESSO. PENSACI, CON CALMA, LEGGIMI QUANDO VUOI!!
Tornato a casa ero più deciso di
prima. Organizzai con Matteo Baldi, un ragazzo che aveva fatto una tesina su
Vasco e il fenomeno virtuale di Davide Beltrano, un'altra data a Pisa, precisamente a Pontedera.
Era inutile fare tanti chilometri per fare una presentazione in una scuola dove
tutto ciò non ci avrebbe portato neanche un euro, ma io volevo andare a tutti i
costi, e c’era un motivo! Ritornavo nel posto dove dieci anni prima ero
arrivato da Cosenza per giocare a calcio. Sembrava uno scherzo del destino,
cazzo, ritornavo proprio nel posto dove avevo lasciato il sogno da calciatore.
La presentazione alla scuola fu super, immensa! Fu quel giorno che mi venne in
mente di affiancare alle mie poesie, la musica. L'aula era strapiena! Che botta
di adrenalina. Nella poesia finale, il battito delle mani dei ragazzi colorava
tutto. Quante illusioni mamma mia! Rivedevo un posto dove mi ricordava
un altro Davide! Ritornai da vincente!! Chiusi i conti con un passato che mi tormentava da sempre!
Il pomeriggio invece avevamo una presentazione
in una splendida libreria del posto. Erano previste una trentina di persone. Ad
assistere al mio show erano solo in 7! il mio peggior numero!! Tutti ragazzi
sotto i vent'anni o quasi. In quel preciso momento ho capito cosa voglia dire
"Portare avanti lo spettacolo, sempre e dovunque"! C'è una foto, alla
quale sono particolarmente legato, dove ci sono io e quei pochi ragazzi li ad
ascoltarmi. È la foto più bella!!! Me ne andai da Pisa con ancora la
convinzione che prima o poi avrei sfondato.
Lo stesso mese feci una presentazione
in un pub a Terranova. Poca gente, ma l'organizzatore era fantastico. Capii che
nella mia Terra era più dura che in altri luoghi! L'altra presentazione la feci
durante una manifestazione dei “Cinque Stelle” a Rende (CS). Mi fecero esibire
per ultimo, con poche persone ad assistere. Pensavo tra me e me "Ma chi
cazzo me l'ha fatto fare"! Però erano tutti gentili, almeno quello! Giorni
prima avevo rifatto una presentazione nella vicina delegazione comunale: uno
schifo tremendo. Vennero in pochi e anche i parenti iniziarono ad annoiarsi.
Dovevo cambiare qualcosa, dovevo inserire la musica. Ma ancora non era il
momento giusto. C’era un’altra data super importante da affrontare: al Salone
del libro di Torino!
Dino investii tanto per dedicarmi uno
spazio interamente dedicato a me. Mi ricordo ancora quando mi chiamò per darmi
la notizia. Ero alla Promessa di matrimonio di mio fratello e tutto sembrava
più bello. A Torino avevamo tutto organizzato male, ma arrivarono in cinque,
anzi, sei persone per me. Non erano sei persone, erano seimila in quel momento.
Iniziai a fare lo show e pian piano, riuscii a riempire tutte le sedie. La
gente passava, vedeva me urlare, dimenarmi e rimaneva ferma incuriosita. Addirittura
alla fine alcuni di loro mi fecero delle domande!! Io durante lo show pensavo:
"Non vedo l'ora di finire. Voglio andare a casa, basta, ho chiuso per
sempre”. Eppure fingevo, ridevo, ma mi sentivo solo, tremendamente solo.
La presentazione successiva era
decisiva, ad Avellino al Vasco day organizzato da Vincenzo Brillante. Feci
giorni prima le prove con Giulio Perrone, giovane talentuoso conosciuto in una
serata particolare insieme a Dino Vitola e a Cecilia Cesario nel retro di un
Bar del mio posto. Era giunta l’ora di inserire la musica. Giulio era
preparato, forse troppo. Andammo ad Avellino, Montefalcione, e giorni prima ero
andato a Raiuno, Uno Mattina. A proposito, faccio una parentesi.
Andai a Roma per registrare la
trasmissione. La prima tappa era a casa di Vitola, il mio fratello maggiore
ormai. Insieme alla Simo riuscimmo, dopo minuti e minuti, a trovare la dimora
di Dino. Entrare a casa sua senza di lui era molto strano. Appena entrai mi ritrovai davanti ad un museo incredibile. Foto con gli artisti migliori; tanti
cd, libri e un telegatto che splendeva stupendamente. Ci venne a prendere
l'auto della Rai. Cazzo che botta. Sembrava una Luna Park lo studio. Io a
Raiuno, il mio nome sul monitor della Rai. Durò tutto pochi minuti. Mentre
parlavo, dopo dieci secondi, mi dicevano da dietro le telecamere di stringere.
Finii tutto presto, ma ero troppo felice. Per me, Dino Vitola editore, era la
casa editrice più bella di tutte. Mi giurai in quel momento che mai più avrei
offerto i miei lavori ad altri. Andai via e forse, per la prima volta, mi
dicevo tra me e me: "Ora spicchiamo il volo"!
Ad Avellino, si, eccoci qua. Vasco
day organizzato dal Solo Vasco fan club di Benevento. Fu la prima tappa con la musica. Arrivai a
Montefalcione: boom!! Sommerso dalla gente del posto. Sembrava fosse arrivato
Vasco. Tutti e dico tutti, mi conoscevano, mi abbracciavano: ero uno di loro!
Alcuni erano molto emozionati, non so spiegarvi, non ho davvero parole! Non ero
neanche uscito dalla macchina che la gente mi abbracciava e parlava con me. Ero
stordito da tanta bellezza. Iniziammo lo show. Durante esso capitò una cosa che
mi diede tanto fastidio: arrivò Rocchetti per le prove, e tutti, come normale
che sia, corsero da Rocchetti, musicista di
Vasco. Rimasi bloccato ma andai avanti lo stesso, ormai sapevo come
fare. Venne fuori uno show diverso. Erano tutti felici, io di più. Poi arrivò
l'estate. Silenzio assoluto, anzi no, ad Agosto il Movimento Cinque Stelle di
Amantea, creò uno spettacolo incentrato tutta sulla mia esibizione poetica: ne
ero orgoglioso!! Portai 4 libri tanto per fare l'esposizione. Dopo la prima
esibizione ne vendemmo due , dopo la seconda esibizione finimmo i libri. Alla
terza esibizione, anzi, prima di essa, arrivò un super acquazzone e lo
spettacolo venne interrotto. Era tutto finito, ma io avevo fatto la mia bella
figura. Ero felice, ritornavo a sognare. Poi a fine spettacolo una signora mi
fermò. Mi conosceva da tanto, veniva da Torino, era mia amica su fb. Che storia
cazzo.
ECCO, ADESSO BISOGNA CHE TI FERMI! SE
NON L’HAI FATTO PRIMA RIPRENDI FIATO! SONO CONFESSIONI, VERITA’! POTREBBERO
PIACERTI, DARTI FASTIDIO O PEGGIO ANCORA: NON TE NE IMPORTERA’ UN CAZZO!!!
Il 31 Agosto fui invitato a Rogliano
in un Festival canoro. Mi diedero un premio per il libro e l'impegno civile.
Ero super orgoglioso. Ricevevo un premio!! L'esibizione sorprese molto i pochi
presenti, anzi reduci, visto il freddo intenso della serata. Prima di entrare
mi ricordo una signora sul retro del palco che mi disse: "Speriamo che voi
fate musica divertente. Ma tu cosa canti"?! Non le risposi. Ma insomma,
che cazzo potevo inventarmi?!? A Settembre venne fuori una nuova data, anzi,
due, anzi tre, un mini tour a Spoleto per finire al Vasco day, organizzato da
Sanda Sudor e Avis Spoleto. Tre giorni prima Giulio mi disse che non poteva
esserci. Allora ecco che caddi nel panico più totale. Alla fine puntai tutto su
Antonio Caruso, un giovane musicista conosciuto al Fabrizio Moro day. Lo
conoscevo poco e sapevo bene che mi avrebbe detto di no. Chi avrebbe potuto
fidarsi di un Folle?!? Poi mi richiamò: "Vengo"! E allora andiamo!!!
Tre giorni prima Sanda mi chiama e mi
dice “Allora, avete fatto il biglietto del treno”?! Cazzarola, e chi ce l’aveva
i soldi?!?! Sanda fece il miracolo e Avis ci finanziò tutto! Dovevamo spaccare,
non c’erano più scuse!!
Facemmo le prove il giorno prima
dello show, nella casa di Sanda, colei che ci aveva voluto fortemente. Sanda
era, anzi, è un tipo particolare, nel senso buono del termine eh!; fuori le
righe, anticonvenzionale, insomma, proprio una botta di elettricità in un caos
di incasinamento mentale. Provammo tutta la serata. Avevo il mondo in mano. Tre
show in due giorni: due scuole e la sera spettacolo all'aperto. Sembravano quei
tornei estivi con la squadra di calcio da giovane. Tante partite in pochi
giorni! La prima scuola era un Liceo. Un successo vero e proprio. Con Antonio
ci trovavamo alla perfezione. I ragazzi e la gente che era venuta ad assistere,
rimasero sorpresi, sconvolti. Immaginavo di portare il mio spettacolo ovunque
in Italia. Il giorno dopo andammo alla Scuola professionale. Ci aspettavamo
tutta l'aula magna piena, ma vennero solo due classi: tutti maschi. Fu una
guerra. Molti neanche ascoltavano ma in qualche modo tirai fuori gl'artigli.
Portammo a casa lo spettacolo, ma senza colpire più di tanto. In cuor mio era
un'altra batosta, ma facevo finta che tutto fosse andato bene, anche perché
Antonio aveva un equilibrio mentale instabile e se gli avessi che tutto era stato una
cagata, non mi avrebbe dato il massimo la sera stessa!
Già, la sera stessa avremmo dovuto
aprire il concerto del Vasco day. Il pomeriggio eravamo nervosi, taciturni.
Sentivo troppo la pressione. Arrivò Rocchetti ma io neanche me lo filai di
striscio, ero troppo nervoso e concentrato! Intanto a Spoleto eravamo diventati
famosissimi. L'eco delle nostre due esibizioni si era diffuso in tutta la
città. Ci conoscevano tutti porca puttana, che bello. Prima dello spettacolo venni
travolto dall'affetto di alcune persone venute lì proprio per me. Era
fantastico!! 15 minuti prima mi isolai da tutto e tutti.
Antonio partii con la musica e io da
dietro iniziai ad annunciare lo spettacolo. Non volevo entrare. C’era troppa
gente di sotto, troppe persone che mi conoscevano e volevano vedere che cazzo
era sto Concerto Poetico. Mi elettrizzai molto. Sul palco, una volta entrato,
andavo da una parte all'altra. La gente seguiva le mie poesie con la
musica, quasi come fossero delle canzoni. In preda all'euforia feci cadere il
cappello ad Antonio provocandogli imbarazzo. Poi mi stesi a terra e staccai
l'aggeggio per poggiare il microfono mobile. Antonio prima dell'esibizione, non
mi raccomandò altro: "Alla fine dammi il tuo microfono, anzi, lascialo là".
Non solo non glielo diedi, ma me lo portai via, lasciandolo in preda al panico.
Poi tutto si risolse. Antonio rimase a cantare magicamente “Pensza” mentre io
ero dietro il palco quasi in lacrime per l'emozione. Arrivò gente a farmi i
complimenti, a congratularsi! Tutti ci conoscevano!!
Il giorno dopo ci furono malintesi con Sanda
che mi rovinarono la festa. Era destino: io non dovevo mai essere felice
completamente. Comunque sia, lasciammo un ricordo bellissimo a Spoleto. Chi
c'era non si dimenticherà mai. Ciao Spoleto cara. E poi arrivò Dicembre.
ADESSO TIRATI SU! PRENDITI UNA PAUSA
E GIA’ DA TANTO CHE TE LO DICO! POI ARRIVA L’ULTIMA PARTE, CI SIAMO!!
A Dicembre andai a Rossano, paese di
Antonio Caruso, dove mezza sala era vuota e dove c'erano davvero pochissimi
giovani... di età! Portai insieme a me, oltre che Simo, sempre e dovunque la mia
forza, anche mio padre. Fu uno show stupendo e il passaparola si estese in
tutta Rossano. Fu davvero un bel ricordo perché arrivai da sconosciuto e me ne
andai da artista. Ma era chiaro, ormai scrivere non poteva essere un mestiere.
Giorni prima, invece, feci una super presentazione alla Biblioteca del Comune
di Castrolibero. Ritornavo dopo tre anni. Lì, nel 2010, ci fu la mia prima
presentazione con il video di Vasco. Ritornare mi emozionava tantissimo. Questa
volta la presentazione fu una delle migliori, escluso l'intervento finale
dell'assessore, no dai, scherzo, furono tutti gentili e soprattutto.. rimasero
sorpresi. Quel ragazzino che tre anni prima non parlava, ora, era uno show man.
Ormai Giulio era stato sostituito da Antonio. Forse era giusto cosi, Antonio
era un musicista, più perfezionista ma meno adrenalinico.
Le tappe successive erano da brividi.
Avevamo due scuole: la scuola superiore nel mio Comune e la scuola a Cosenza,
dove eravamo stati inseriti nel programma di “Buone feste cosentine”, dove per
l'occasione venni anche pagato, 200 euro, va bè, pagato, quei soldi non li ho
mai visti in vita mia... Giuro!
A Castrolibero fu faticoso. Tenere a
bada cento ragazzi era impossibile. Tenerli a bada con la poesia poi!! Ci
riuscimmo, ma non mi piacque un cazzo di come venne impostata la cosa, ma in
fondo dovevamo essere già felici così, cosa volevamo di più?!? A Cosenza andò
meglio, erano in pochi e i vigilantes-professori erano severi con i loro
alunni. Però i ragazzi furono stupendamente attratti, fu a sorpresa uno dei
concerti poetici più belli. I ragazzi erano partecipi, molto più di tanti
altri, al pari dei ragazzi del Liceo di Spoleto!
Arrivò così il Natale, e io credevo
che tutto potesse finalmente fermarsi, ma non fu così. A Gennaio ci furono le
ultime due date. A Fagnano Castello la prima, nella Sala consiliare stracolma
di ragazzi. Tutto organizzato da Sabrina Bianco, una ragazza del posto che fu
gentilissima con tutti noi. Prima del Concerto ci fu uno strano discorso del
Sindaco, un personaggio particolare in tutto e per tutto. Poi quando iniziammo
il nostro spettacolo andò subito via. Lo show andò benino, cioè, né bene né
male, ma sono io che son sempre stato severo con me stesso!! Quando finimmo il
concerto Poetico, venne vicino a me un signore sulla sessantina. In lacrime mi
disse che l'avevo emozionato. Cazzo quante persone me l'hanno detto durante
quei spettacoli!
Ultima data a Rossano, in una scuola.
Forse l'esibizione più bella di tutte. Sala stracolma, la gente già iniziava a
conoscermi. Insieme ad Antonio spaccammo di brutto. Appena iniziai lo show
arrivò subito un applauso incredibile che mi fece dimenticare tutte le parole:
non mi era mai capitato. Alla fine di tutto gli organizzatori, Zangaro e Acri,
ci portarono a mangiare in una sorta di agriturismo. Cazzo che patate!
Dopo quel Concerto non ho più cercato
altre date. Dino ha avuto dopo pochi mesi un tumore al colon e io ho smesso di
correre su e giù da un palco. Credo che sia stato bello così e non penso
ritornerà più quel Concerto. Ma mi smentisco puntualmente poi. Tutto sa di nostalgia. Insieme a Vitola abbiamo inventato un modo del tutto nuovo di fare presentazioni e spettacolo!
Credevo che tutto fosse possibile e
se ti racconto tutto questo, non è perché poi come in ogni storia che si rispetti c'è la vittoria
finale, ma c'è un epilogo che a seconda del lettore sarà vincente o perdente.
Io mi sento in pari, ma mi è sempre stato sul cazzo pareggiare. Ho visto tante
città, visto così tanti occhi che ce l'ho tutti nel cuore, anche quelli che
proprio non volevano ascoltarmi. Ne son successe tante, ma proprio tante ed era
ora di mettere tutto in chiaro, senza falsi proclami e slogan. Mi sono messo a
nudo.
Il futuro?!? Bè, ho smesso di
rincorrere il successo e ho iniziato a scrivere seriamente!! Tutto in mano alla
mia casa editrice e insieme cresciamo, forse (il fumetto-romanzo Delirio sarà l'apice artistico)!
Magari questa è una storia che fra
tanti anni qualcuno la ricorderà, qualcun altro da essa imparerà, o se ne
fregherà, come sempre! Non ho mai fatto progetti a lungo termine, ma mi son
sempre perso nella mia cronica nostalgia. Son stato onesto con tutto e forse
prima di chiudere per sempre il monitor, questo racconto rimarrà come un
testamento, il mio testamento, le mie confessioni! Io non ho voglia di
fermarmi, forse tutto questo è la partenza, io non lo so, ma di certo.. continuerò a scrivere per non morire...
mai!!!
IlFolle
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