L'ultima crociata è una sorta di minestra riscaldata che era stata presentata dalla DC quasi come una sorta di storia che potesse essere un caposaldo nell'universo batmaniano.
Invece ci si ritrova nel solito meccanismo Milleriano nel quale Batman è immerso ormai da anni. Per carità, Miller è il top dei top, e le sue scene che sono trainate da un Batman che sente la vecchiaia sulle proprie ossa, sono sempre un piacere per gli occhi e la mente, si potrebbe stare ore e ore a discutere su questa figura di guerriero trasandato ma che cerca in tutti i modi di non mollare la sua missione e di rimanere fedele ai propri ideali.
Il dettaglio più importante è quella sorta di crudele cinismo che è parte del nuovo Robin, Jason Todd. E qui si ricalca moltissimo il suo profilo spietato, un po' per anticipare quello che diventerà in futuro con Cappuccio Rosso, un po' per evidenziare quel contrasto di approccio alla missione fra Batman e questo Robin. Ma sembra quasi di vedere la run di Morrisson con Damian alle prese con un rapporto non facile con papà Bruce. Nulla di nuovo.
Oltretutto anche la figura di Joker ci delude un po', e magari Miller sbaglia proprio questo: non dare una fisionomia ben definita a questo personaggio, cercando invece di creare suspense per il futuro ma che non rende assolutamente in questo fumetto.
Insomma, tutto nella norma, senza picchi eccelsi e senza rischi che Miller decide di non prendere. Meglio mantenere la stessa forma, la stessa squadra, gli stessi meccanismi già oliati, ma la domanda nasce spontanea: non si corre il rischio poi di annoiare?? Al pubblico, come sempre, l'ardua sentenza!
Voto 6
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